Asmarini si nasce... e si muore
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- Created on Wednesday, 14 March 2012 09:30
Ci ha scritto di nuovo Aldo Arena e abbiamo così appreso che vive negli Stati Uniti, dove la famiglia, rimpatriata dall'Eritrea nel 1949, era di nuovo emigrata nel 1955.
Quella di Aldo è una letterina di poche righe, in buon italiano ma con qualche errore di grammatica, che abbiamo ritenuto di non correggere perché non influiscono sulla comprensione del contenuto. La cosa più importante della missiva è quella che Aldo non dice esplicitamente ma fa abbondantemente capire e cioè che asmarini si nasce e lo si resta per tutta la vita.
Nella foto la famiglia Arena davanti alla Cattedrale di Asmara, in Viale Mussolini, poi Corso Italia, poi Avenue Haile Sellassie I, poi Viale Andinnet...
Ecco la lettera:
Caro Ciro,
voglio ringraziarti per la svelta risposta di come trovare la lista di passeggeri di quando la mia famiglia a emigrato all'Italia. Voglio pure aggiungere che mi a goduto molto leggere l'articolo degli Asmarini.
La mia famiglia a emigrato agli Stati Uniti nel 1955. Qui non ci sono molte occasione di conversare e di scrivere in Italiano, e per questo che prego che mi scusi se la mie parole non sono scritte correttemente. Con il passo degli anni la mia capacitá per scrivere e conversare non e piu quello che era, ma le mie memorie dei miei giorni in Asmara sono freschi come ieri, che pure mia moglie si meraviglia come posso avere tante memorie di un bambino di sette anni. Io mi ricordo una bella cittadina dove mai mi sentivo in pericolo e dove i giorni erano sempre pieni di avventura e di gioia.
Ciao.
Un altro Asmarino,
Aldo
Ciro risponde:
Caro Aldo,
non mi meraviglia che tu abbia ricordi così nitidi di Asmara, pur avendola lasciata quando avevi appena sette anni, nel 1949. Anche io, che ho la tua età, ricordo come fosse ieri quegli anni.
Ricordo anch'io giorni di avventura e di gioia, pur se a volte il pane in tavola era quello che in quegli anni si faceva per i cani, con la crusca e gli avanzi, e non bastava per tutti. Tanto che mia madre spesso fingeva di essere sazia per lasciarne un boccone in più ai suoi tre figli.
Ricordo che mi sarebbe toccato il tuo stesso destino se non fossero cominciate le assunzioni a Dhahran e Ras Tanura. Famiglie di amici dei miei genitori - ricordo bene i Dragone che coltivavano una striscia di terra lungo il Mai Belà, sotto la Chiesa degli Eroi, e i Di Fazio che come noi stavano a Gaggiret - vennnero una sera a casa nostra per decidere se e quando rimpatriare e si era fra il 1948 e il 1949. Voi e i Dragone prendeste la nave, noi restammo.
E oggi scopro, ma dentro di me l'avevo sempre saputo, che siete rimasti asmarini come noi. Perché asmarini si nasce... e si muore.