Una lettrice ci scrive: ma dov’erano nascosti gli italiani di Città del Capo quando sono stata in vacanza da quelle parti?
Saturday, 21st March 2015 

Una lettrice ci scrive: ma dov’erano nascosti gli italiani di Città del Capo quando sono stata in vacanza da quelle parti?


Domenica, 9 Settembre 2007

Gentile Direttore,
ho trovato "La Gazzetta del Sud Africa" quasi per caso. Sono appena rientrata in Italia dopo una vacanza in Sud Africa che mi ha incantata. E' pur vero che abbiamo passato a Città del Capo solo 2 giorni, eppure mi è sfuggita la presenza italiana: ma dove erano nascosti? e quali attività culturali o momenti di aggregazione?

Siamo tutti rimasti così affascinati da questi luoghi incantevoli dove la natura e la civilizzazione si fondono in modo "quasi perfetto" che potremmo anche pensare di fare il "grande salto" e trasferirci qui.

A tale proposito chiederei a lei oppure ad altri lettori disponibili, di comunicarci se esistono siti o riviste - o qualsiasi altro riferimento - che ci possa aiutare ad avere un quadro della situazione (tasse, attività professionali, eccetera) e valutare seriamente l'opportunità di un trasferimento.

Un aspetto che vorrei condividere con lei è quello della sicurezza: o io sono l'ultima Candy Candy scesa dalle nuvole, ma non è così perchè adoro viaggiare ed ho lavorato anche in ambito turistico, oppure quello che si legge su Città del Capo ed il Sud africa è ingiustificatamente allarmistico. Su ben 4 delle guide in assoluto più diffuse in Europa che abbiamo consultato siamo stati messi in allarme riguardo:

-viaggiare in auto
-a piedi o in auto dopo il tramonto in città e periferia
-non parlare con sconosciuti
-chiudere le sicure della macchina e non fermarsi per alcun motivo.

Insomma, siamo partiti con l'ansia nostra e delle nostre famiglie come se stessimo andando in guerra.
Abbiamo viaggiato, girato a piedi, in auto di giorno e di sera senza MAI sentirci in pericolo, incontrato popolazioni di tutte le etnie e parlato in modo equilibrato e gentile. Ovviamente evito ipocrite considerazioni sull'ambiente paradisiaco, dato che i problemi sociali sono evidenti, tuttavia non mi è sembrato ci fosse alcuna differenza in termini di attenzione, rispetto a viaggiare in qualsiasi altra capitale o grande città europea: Londra, Parigi, Palermo, Napoli, Liverpool, Venezia non sono certamente più sicure.
Io stessa ho abitato a Londra e Parigi e ovviamente i comportamenti responsabili e zone da evitare sono universalmente noti, da un emisfero all'altro, senza necessità di dedicare intere pagine di guide turistiche a mettere in guardia i turisti. Intendo far presente alle ottime guide consultate questo aspetto in quanto ritengo che possa avere un impatto determinante nel settore turistico (in base al principio che se continuo a leggere di un paese che è pericoloso e non ho necesssità di visitarlo, posso anche decidere di cambiare destinazione).
Concludo facendo i miei più sentiti complimenti a coloro che hanno scelto di vivere in una zona così affascinante - e lontana dall'Italia - e ringrazio anticipatamente coloro che potranno fornirmi ulteriori informazioni per apprezzare ancor più questo meraviglioso paese.
Intendo dare fin da ora il mio piccolo contributo al Sud Africa: come ben vedete dal mio indirizzo e-mail, il mio impegno professionale è presso l'aeroporto di Pisa, perciò se qualche Toscano dovesse trovarsi in difficoltà cercherò di tendere una mano amica.
Cordiali saluti.
Valentina Cornuda
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Il direttore risponde

Cara Valentina, grazie per la bella lettera e per i buoni sentimenti. Come tutti, ne abbiamo bisogno. Credimi, non eravamo nascosti. Probabilmente i percorsi turistici non incrociano i nostri spostamenti quotidiani per motivi di lavoro. Ma ci siamo e siamo più di cinquemila soltanto nella provincia del Capo. Siamo giornalisti, architetti, avvocati, costruttori, ma anche ristoratori e parrucchieri, falegnami, muratori, professori, professionisti e operai, donne in carriera e casalinghe, agricoltori e vinificatori, commercianti e industriali, importatori ed esportatori, spedizionieri e agenti di viaggio. Una cinquantina di noi sono guide turistiche e quotidianamente mostrano le bellezze del Capo a migliaia di turisti italiani. Altri lo fanno a Johannesburg e nel Gauteng, nel Natal e nei parchi nazionali. Mentre ti scrivo al Club Italiano di Johannesburg sono riuniti i rappresentanti degli abruzzesi nel mondo, mentre domani sera al Club Italiano di Città del Capo saranno i piemontesi a festeggiare l’arrivo della primavera e con loro anche i siciliani, i veneti, i friulani e i campani e quelli delle altre regioni. E non so dirti cos’hanno in programma i circoli italiani dell’East Rand, di Welkom, di Vereeniging, di Durban, di East London, di Umkomas, di Port Elizabeth, di Paarl e delle altre città nelle quali gli italiani sono presenti in forma organizzata, ma so che in tutto il Sud Africa dovremmo essere oltre cinquantamila, visto che alle elezioni dell’anno scorso gli aventi diritto al voto erano più di ventiseimila.
Quanto a fare il grande passo di trasferirsi, posso dirti che ci sono giovani italiani che lo fanno tutti i giorni, ma non è una cosa facile. Le leggi del paese tendono a proteggere la manodopera locale e quindi è necessario essere portatori di specializzazioni non comuni nel paese o di capitali da investire, anche se non mancano le eccezioni. Penso che le autorità diplomatiche sudafricane in Italia siano in grado di dirti quali siano le professioni attualmente richieste in Sud Africa e anche nella nostra prima pagina puoi trovare links a camere di commercio italo-sudafricane e ad agenzie che assistono proprio coloro che vogliono trasferirsi. Se poi fra i lettori ce ne sono alcuni o tanti disposti ad accogliere il tuo invito a mettersi in contatto, potrai sentire anche altre opinioni.
In fatto di criminalità, tu hai potuto constatare che non è in corso la caccia al turista, ma le statistiche dicono che in un paio di settimane sono stati diciotto quelli rapinati lungo i sentieri della Table Mountain e sono ancora le statistiche a dire che le possibilità di essere rapinati e di morire ammazzati in Sud Africa sono molto più alte che nel resto del mondo. Le statistiche non differenziano fra il centro di Città del Capo e le baraccopoli di periferia, dove la concentrazione di delitti è molto più alta. Io, l’ho detto altre volte, vivo da sessant’anni in Africa e non sono mai stato rapinato né attaccato, ma ho perso diversi amici per mano di rapinatori dal grilletto facile. Che vuoi che ti dica? Destino? Esperienza? Meccanismi innati di autodifesa? Fortuna? Fai tu. Resta il fatto che questo è un bel paese, ricco di opportunità oltre che di problemi. Un recente sondaggio ha rivelato che nel 96 per cento dei casi gli abitanti sono fieri di essere sudafricani. Non trovi che sia una bella cosa?
Ciao e torna a trovarci o manda i tuoi amici e cercheremo di rimandarli tutti a casa sani e salvi e con gli occhi pieni delle bellezze di questo angolo di mondo. La settimana scorsa ho attraversato il Namaqualand ed era tutto fiorito.
Ciro Migliore

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