Le difficoltà di Rai International e della stampa all'estero e la funzione di questo quotidiano
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- Created on Tuesday, 28 February 2012 10:42
Si sta riunendo in plenaria alla Farnesina il Cgie, Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, del quale fanno parte due consiglieri eletti in Sud Africa. Uno dei temi all'ordine del giorno è quello delle difficoltà di Rai International e della stampa all'estero. La crisi e la riduzione delle risorse disponibili hanno infatti causato la chiusura della prima e la trasformazione di almeno due quotidiani pubblicati in Australia in altrettanti settimanali. Non si alza mai una voce a far notare che invece, anche in questi anni di crisi, ci sono giornali italiani online che continuano a offrire alle nostre comunità informazioni quotidiane, pur non avendo mai ricevuto alcun contributo basato sulla legge per la stampa. Di più, questi giornali, essendo liberamente disponibili su internet, svolgono egregiamente anche la funzione che teoricamente avrebbero dovuto svolgere e non hanno mai svolto sia Rai International che le decine di testate pubblicate in Italia per le comunità italiane nel mondo: una vera informazione di ritorno.
Il nostro non vuole essere un attacco alle testate cartacee e a coloro che ci lavorano. Ci limitiamo a prendere atto e a far notare che ci sono stati grandi cambiamenti nei metodi e nelle tecnologie di diffusione dell'informazione. Forse è tempo che anche il Cgie, la Farnesina e il Governo italiano ne prendano nota.
Tutti i mezzi di informazione nel mondo hanno documentato come la cosiddetta "primavera araba" sia stata fatta sbocciare soprattutto dai "social networks" e quindi dalla diffusione delle informazioni in rete. Eppure i nostri ineffabili consiglieri del Cgie e i vari livelli di potere del governo italiano continuano a far finta che le testate online non esistano. Tranne farne uso quando loro aggrada.
La nostra Gazzetta del Sud Africa sta vivendo il suo settimo anno di vita. Altri quotidiani e periodici online sono anche più vecchi e più diffusi. Tutti, in misura maggiore o minore, rendono un servizio alle loro comunità di riferimento, specialmente nei paesi, come il Sud Africa, in cui i periodici cartacei impiegano troppo tempo a raggiungere i lettori e quindi arrivano a destinazione con notizie stantie, che sulla rete sono state diffuse molti giorni prima. Senza contare il fatto che spesso lo spazio su carta è tiranno e le stesse pubblicazioni non sono così favorevoli alla diffusione di informazioni che considerano in qualche modo pubblicitarie.
La nostra Gazzetta del Sud Africa non ha mai negato lo spazio a nessuna organizzazione comunitaria e, nel limite delle proprie risorse, si è sempre sforzata di dare risalto a tutte le manifestazioni da esse organizzate.
Ma soprattutto la nostra Gazzetta del Sud Africa fa informazione di ritorno. Sì, informazione di ritorno, perché tutto quello che noi pubblichiamo è letto nel giro di minuti o al massimo di ore anche da un gran numero di persone in Italia e in tutto il mondo. Noi abbiamo più lettori in Italia che in Sud Africa, il che è naturale, vista la sproporzione fra la popolazione italiana e il numero di italiani residenti in questo paese. Ne fanno fede le centinaia di lettere e di comunicati che riceviamo quotidianamente dall'Italia e le collaborazioni che ci sono state offerte e delle quali siamo grati. Il flusso di informazioni nelle due direzioni è massiccio e costante.
Ma il Cgie e i Comites, che pure quando ne hanno bisogno si avvalgono dei nostri servizi, ancora ci ignorano. Tanto è vero che qualche giorno fa si è tenuta a Città del Capo, nella nostra città, la riunione dell'Intercomites con il nuovo Ambasciatore d'Italia, ma l'esistenza stessa di questo quotidiano non è stata neanche menzionata.
Ciro Migliore
Qui sotto una tipica "home page" del nostro giornale, piena di notizie sulla vita della comunità italiana in Sud Africa che nessun altro mezzo di informazione ha mai pubblicato.