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Tuesday, 24th March 2015 

Sbarazziamoci delle mezze calzette

La circostanze storiche dell'umanità sono cambiate. In epoche passate, prossime e remote, i popoli erano generalmente qualche passo indietro rispetto al mondo politico. I governanti erano legittimati a essere tali dal fatto di essere più istruiti e opinabilmente più intelligenti. Loro sapevano cosa era buono e giusto per i loro sudditi, che tali erano in pratica i cittadini anche in democrazia.

Oggi non è più così. Oggi i cittadini sono più avanti, più preparati e più intelligenti dei loro rappresentanti politici. Solo che questi non se ne sono accorti e continuano a governare più o meno come nell'Ottocento, considerandosi non i servitori ma i padroni dei rispettivi popoli.

Da qui la crisi del mondo politico, in Europa come in America e presto anche in Asia. Da qui le primavere arabe che hanno abbondantemente dimostrato quanto i politici, assurti al rango di dittatori, avevano sottovalutato gli umori ma soprattutto la maturità dei loro sottoposti o almeno di una parte consistente di essi.

Da qui la paralisi del mondo politico italiano che ha costretto i politici a dichiararsi fuori dal gioco e a lasciare l'iniziativa ai tecnici. L'Italia del ventunesimo secolo non è più quella del ventesimo e tanto meno del diciannovesimo secolo. Gli italiani di oggi sono molto più avanzati dei loro esponenti politici e per loro molto più difficili da interpretare.

Questa nuova situazione richiede politici nuovi, preparati, onesti, che siano prima di tutto servitori intelligenti dello stato e capaci di proporre ai cittadini soluzioni razionali e veramente in grado di produrre risultati.

Occorrono, per esempio, politici che non abbiano più un terrore irragionevole del federalismo. Ci sono nel mondo stati federali che funzionano benissimo e non si vede perché il Nord non possa avere l'autonomia alla quale aspira nel quadro di un nuovo patto fra gli italiani di tutte le regioni. Deve essere eliminata dal gioco la paura dei politici di perdere potere. Il potere, anche se non se ne sono accorti, l'hanno perduto quando hanno creato l'Europa e spostato la sede decisionale da Roma a Bruxelles. Sempre più le decisioni che contano non sono prese a livello nazionale, bensì a livello europeo. I politici di casa nostra non devono fare altro che metterle in pratica. In parole povere: devono smettere di essere politici e trasformarsi in amministratori, servitori della Costituzione e della nazione.

Ma dobbiamo dimostrare di essere veramente più avanti dei nostri politici. Siamo, e lo ripetiamo continuamente, un popolo civile e geniale. Assumiamoci le responsabilità e i doveri di queste qualità e scegliamo di farci guidare da uomini degni di interpretare in chiave moderna i diritti, i sogni e le aspirazioni di un grande popolo. Sbarazziamoci delle mezze calzette.

Ciro Migliore

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