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- Created on Friday, 25 May 2012 07:43
dalla nostra inviata Martine Cristofoli -
Bravo Ken! Finalmente ecco una commedia piena di umorismo, fresca e inebriante come un sorso di whisky della migliore marca.
"The Angels’ Share" è ambientato a Glasgow, città ricca di sfaccettature sociali profondamente scozzese per il ritmo di vita e la parlata quasi gaelica incomprensibile anche agli inglesi. La pellicola in versione originale infatti è sottotitolata in primo luogo in inglese. Città dove i pub chiudono alle 22, mentre in Inghilterra chiudono alle 23 e dove i bevitori di whisky la sera camminano zigzagando.
Ken Loach filma la generazione dei senza lavoro e senza futuro. La differenza con Sweet Sixteen che trattava dello stesso soggetto è ben marcata. I giovani di Sweet Sixteen, pur violenti e di pochissima cultura, avevano dei progetti per la vita. Questi di "Angels’ Share", violenti occasionalmente e quasi costretti dalle circostante della vita a diventare delinquenti, non hanno progetti, vivono alla giornata e del futuro se ne infischiano. Unico punto comune di quelli ritratti da Loach - Robbie, Albert, Rhino e la minuscola simpatica Mo dal musetto di puzzola - è che devono scontare pene di lavoro d’interesse comunitario per piccoli reati.
Robbie, il protagonista, simpatico e intelligente, è un neo padre e ciò è un grande stimolo per cercare una vita migliore soprattutto per suo figlio Luke. Le speranze però sono minime in una nazione che conta un milione di disoccupati e probabilmente anche lui si ritroverà nella stessa situazione di suo padre.
Commedia brillante e divertente, ma anche cinema sociale come dal DNA di Ken Loach Palme d’Or nel 2006 con "Il vento che accarezza l’erba". Il Ken Loach di "Family Life" e "Kes" che con il passar degli anni ha reso più sottili, ma meno aggressive le sue denunce al sistema politico britannico. Si sorride alle battute degli sprovveduti Quattro, in particolare a quelle di Albert, dotato di un umorismo scozzese sconcertante, però Loach con immagini e puntualizzazioni pertinenti e amare ci riporta alla grigia e deprimente realtà dell’oggi e di quella di domani.
"The Angels’ Share" (La parte degli angeli), titolo misterioso per i non bevitori di wishky, e i quattro non lo sono, ma forse lo saranno, è quell’infimo quantitativo di questa “sublime” bevanda che evapora nell’invecchiamento nei piccoli fusti di rovere e diventa proprietà degli angeli, che qua metaforicamente sono Ronnie e i suoi amici. Da visite a distillerie e a degustazioni di whisky capaci di affinare il suo palato tanto da farlo diventare sia un buon intenditore di whisky, sia da mettere a punto la sua mirabolante truffa, Ronnie, l’intelligente e scapestrato furfantello di Glasgow, con l’aiuto dei suoi poco dotati compari riesce a trafugare il contenuto di quattro bottiglie di un pregiato, costosissimo whisky ed a assicurarsi la tranquillità economica almeno per l’immediato futuro e ad ottenere anche un lavoro. Ironia della sorte il lavoro cercato invano nella legalità gli viene, come un dono del cielo, dalla sua intelligente truffa.
Martine Cristofoli