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- Created on Friday, 03 August 2012 08:13
LONDRA - Hanno commesso tutti un errore nel pronosticare le azzurre del fioretto vincitrici sicure dell'oro olimpico a squadre. Un errore per difetto: di valutazione della straordinaria forza di Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali, già rispettivamente medaglia d'oro, d'argento e di bronzo nella gara individuale. Le tre fiorettiste, con l'aiuto anche della riserva Ilaria Salvatori, hanno vinto 45-31 una finale mai in discussione contro la Russia, dopo avere dominato (45-22) la Francia in semifinale e la Gran Bretagna (42-14) nei quarti. Avversarie teoricamente non semplici, le russe, visto che le uniche sconfitte del «dream team» italiano dal 2008 ad oggi sono giunte per mano loro. L'ultimo k.o., quello che brucia di più, era arrivato ai Mondiali di Catania nell'autunno scorso, quando le azzurre cedettero per un punto (45-44) in finale.
DOMINIO - Ma quella è davvero un'altra storia. Il successo all'Olimpiade di Londra chiude un ventennio di dominio quasi ininterrotto. Nella storia delle Olimpiadi, la prima medaglia d'oro italiana nel fioretto a squadre donne arriva infatti a Barcellona 1992, con il successo di Diana Bianchedi, Dorina Vaccaroni, Giovanna Trillini e Margherita Zalaffi. Seguirono i titoli olimpici di Atlanta 1996 (Bortolozzi-Trillini-Vezzali) e Sidney 2000 (Diana Bianchedi-Trillini-Vezzali), quindi la pausa ad Atene 2004 (la specialità non venne inserita nel programma olimpico di quell'edizione) e poi il bronzo conquistato a Pechino 2008.
VALENTINA DA RECORD - Con questa medaglia Valentina Vezzali porta a 9 il totale dei podi olimpici conquistati, superando così Giovanna Trillini e diventando l'azzurra più medagliata della storia olimpica di tutti gli sport che hanno visto impegnata l'Italia.
«COME MANGIAROTTI» - Ed è stata anche la prima a parlare, Valentina Vezzali, al suo sesto oro olimpico: «Sono felicissima per questa medaglia e del fatto di essere salite tutte e quattro sul podio. Abbiamo tirato tutte con il cuore e io da parte mia ce l'ho messa tutta perché volevo tornare a casa con questa medaglia». Inevitabili i ringraziamenti a tutta la famiglia e al maestro Giulio Tomassini: «Ho lavorato con lui 23 anni, ora se ne andrà in Francia ma spero di poter lavorare ancora con lui». Altrimenti ci sarà qualcun altro, perché la Vezzali conferma: non smetterà. «Adesso ci sarà un po' di pausa: mi dedicherò alla famiglia, è stato un quadriennio difficilissimo. Sono felicissima di aver eguagliato il record di 6 ori di Mangiarotti. Alla fine i sogni si realizzano - aggiunge -. Penso che Mangiarotti sia contento di quello che sono riuscita a fare, ma ora bisogna superarlo».
DI FRANCISCA - Ma la regina di questa Olimpiade è Elisa Di Francisca, vincitrice anche nell'individuale: «Sono contentissima. Sono stata molto competitiva e se non mi piglia qualcosa prima sarò anche a Rio perché ci ho preso gusto. Quando c'è passione si riesce e superare tutto, siamo delle ragazze forti» dice la jesina.
ERRIGO - In lacrime dopo aver perso la finale con la Di Francisca, Arianna Errigo ha ritrovato il sorriso: «Questa medaglia, anche se partivamo da favorite non è stata certamente meno sudata. L'abbiamo meritata. Dopo l'argento sono contenta di vincere anche questa medaglia d'oro», dice a Sky Sport dopo la premiazione. Una Errigo che è stata pronta a dar spazio all'altra azzurra, Ilaria Salvatori, per permetterle di salire sul podio e mettersi al collo l'oro. «Credo che fosse giusto che Ilaria prendesse questa medaglia quanto noi, perché per tutto l'anno ha fatto parte della squadra e quindi nel momento in cui sono dovuta uscire non ho avuto problemi, anzi l'ho aiutata anche a riscaldarsi» racconta. «Siamo quattro personalità fortissime e tutte vogliamo vincere e questa è la nostra forza: avversarie nell'individuale, ma poi ci riuniamo nella squadre e se qualcuno ha un problema le altre la aiutano».
SALVATORI - Ed eccola, felicissima, Ilaria Salvatori. Che con la medaglia del metallo più prezioso al collo ringrazia le compagne ed il c.t. Stefano Cerioni. «Sono contentissima - attacca -, ci tenevo in maniera particolare perché mi sento parte di questa squadra. Ne avevo parlato con le mie compagne e loro mi hanno messo in condizione di entrare; poi ringrazio il c.t. che ha avuto fiducia in me, perché appena entrata in pedana ho avuto la reazione di tirare, poi forse per l'emozione, ho pensato a difende più che ad attaccare, poi per fortuna l'ultima stoccata è venuta».
PETRUCCI - Il primo a ocmplimentarsi è stato il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Nella scherma chi non è italiano è sfortunato. Sono le più brave al mondo. È un oro molto importante. È uno spot per lo sport italiano e per il Paese. L'Italia deve adottarle, ragazze così non si trovano facilmente». Il n. 1 dello sport italiano è rimasto anche colpito dall'atmosfera dentro l'ExCel: «Queste ragazze sono straordinarie, eleganti, concrete. Nella mia storia non ho mai visto un pubblico così. È un pubblico da calcio, da Mondiali e da Europei. Non ho mai visto un palazzetto così pieno e tutto italiano». Infine, una parola per chi queste fiorettiste ha accompagnato al succeso: «Una squadra straordinaria, con un allenatore straordinario che ha lavorato bene con la Federazione. Se lo merita Scarso - ha detto alludendo al presidente della Fis -, che ha sofferto per i risultati degli altri giorni. Il Coni gli è e gli sarà molto grato». - t.p. - corriere.it
Canottieri d'argento
LONDRA - Grandissima impresa del canottaggio italiano. Alessio Battisti e Romano Sartori nel due di coppia prendono l'argento dopo un lungo testa a testa con la Nuova Zelanda. Bronzo alla Slovenia. Quella di Battisti e Sartori è la decima medaglia italiana dei Giochi.
COMMOSSI - Stremati e felici i nostri atleti a fine gara con Battisti che racconta i durissimi mesi della preparazione: «Ce l'abbiamo messa tutta ci ho creduto dal primo giorno. Ci siamo messi a casa a lavorare sodo, siamo infatti un equipaggio societario, perché siamo stati considerati atleti non adatti per la Federazione, ancora non mi rendo conto della nostra impresa». Soddisfatto anche Alessio Sartori, già oro e bronzo olimpico in carriera: «Abbiamo dovuto combattere molto, abbiamo tirato fuori i denti e la grinta dimostrando di essere di alto livello». «Il nostro percorso - ha aggiunto artori - è stato molto difficile. Abbiamo dimostrato di avere le capacità di potere competere a livello internazionale. Dedico questa medaglia al colonnello Bellantuono, che è stato un secondo papà per tutti e due», ha concluso Sartori.
L'ALLENATORE - Il tecnico del due di coppia azzurro che ha vinto l'argento Francesco Cattaneo si premura poi di smorzare eventuali polemiche: «I ragazzi si sono messi a lavorare a testa bassa cercando di capire quale fosse il loro ruolo, hanno dovuto superare tanti step ma ce l'hanno fatta a qualificarsi come equipaggio societario. Adesso il merito del loro argento è di tutti, non dimentichiamo che lo scafo è della Federazione». La precisazione di Cattaneo arriva perché in fase di preparazione suoi ragazzi non erano stati convocati al centro federale dal ct De Capua «per scelte tecnico-fisiologiche». «Si sono qualificati, hanno dovuto superare tante difficoltà burocratiche, ma alla fine ce l'hanno fatta» ha concluso Cattaneo. - Marco Letizia - corriere.it