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- Created on Monday, 02 January 2012 10:31
“Nel 1941 Michael Bryant, detto Mich, appartenente a una delle vecchie famiglie di East London, che aveva appena finito con successo la high school al collegio Saint Andrew di Grahamstown, si arruolò nel locale reggimento dei Kaffrarian Rifles (ora Buffalo Volunteers) e venne mandato in Nord Africa. A Tobruk venne fatto prigioniero insieme ad altri due ragazzi di East London. Di lì vennero trasferiti al campo di prigionia di Laterina in Toscana e poi al campo di Chiesanuova vicino a Padova.
L’8 settembre del 1943, nella confusione generale, molti riuscirono a fuggire e a raggiungere gli americani al di là del confine ma Mich e il suo amico Desmond Ford decisero di rimanere in Italia e di affiancarsi ai partigiani che operavano nel bellunese con la “Garibaldi”. Parteciparono entrambi a numerose missioni, tra cui quella di liberare i prigionieri politici dal famigerato carcere Baldenich di Belluno.
Purtroppo il 13 luglio 1944, mentre tornava da una missione, la pattuglia di cui Mich faceva parte cadde in un’imboscata tedesca sul ponte di corde di Peron, nella zona di Sedico, e Mich venne ucciso mentre cercava eroicamente di proteggere i suoi compagni.
Alla fine della guerra Desmond Ford tornò a East London con medaglie e attestati e raccontò tutta la storia al locale Daily Dispatch.
Solo per uno degli strani casi della vita sono venuta a conoscenza di questa storia perché il signor Tony Bryant era venuto sette anni fa a trovarmi per chiedermi aiuto per il visto per andare in Italia e per sapere in che parte dell’Italia si doveva recare per trovare la tomba di Mich, che era suo cugino.
Io sono originaria di Feltre, in provincia di Belluno, e anche mio padre aveva combattuto con i partigiani in quella zona, ma la straordinaria combinazione era che mio nonno era uno dei prigionieri politici presenti nel carcere di Baldenich durante il raid della pattuglia partigiana di cui faceva parte Mich.
Così scrissi al Comune di Sedico e molto cortesemente mi mandarono le foto del ponte dove morì Mich e le foto della lapide commemorativa in cui appare il suo nome. Mi comunicarono anche che Mich era sepolto nel cimitero di Guerra di Padova.
Ho avuto la fortuna di conoscere il fratello del padre di Mich, che era il padre di Tony Bryant ed e’ ora scomparso, e la cognata di Mich, Mona, che è mancata anche lei lo scorso anno.
L’Assessore ai movimenti migratori della provincia di Belluno, Oscar De Bona, è venuto personalmente a East London per incontrare la famiglia Bryant ed i veneti qui residenti in occasione di una sua visita in Sud Africa.
Per anni ho cercato di fare avere alla famiglia Bryant un riconoscimento ufficiale. Impossibile avere una medaglia anche perché sono passati troppi anni. Speravo però almeno di ottenere qualcosa di ufficiale che riconoscesse il suo eroismo. Purtroppo tutte le vie che ho cercato di seguire hanno dato una risposta negativa.
Poi un giorno, per caso, ho letto dell’associazione chiamata F.I.D.C.A. (Federazione Italiana dei Combattenti Alleati) che ha sede in Italia e li ho contattati raccontando la storia di Mich. Mi hanno chiesto di mandare tutti i documenti relativi all’arruolamento ed al tempo trascorso nell’esercito da Mich. Con un po’ di fatica sono riuscita a trovare una gentilissima signora a Pretoria che mi ha inviato tutti i documenti di cui avevo bisogno e che ho mandato in Italia all’Associazione.
Finalmente dopo molti mesi ho ricevuto da parte del presidente nazionale, Rag. Uff. Armando Lazzarini, una medaglia da consegnare alla famiglia Bryant. Nel frattempo Tony Bryant aveva lasciato East London per stabilirsi a Port Alfred e non è stato facile rintracciarlo. Mi sono quindi rivolta al maggiore Step dei Buffalo Volunteers per chiedere se era possibile organizzare una cerimonia per la consegna della medaglia e la mia richiesta è stata accolta con entusiasmo. Sono andata ad incontrare il comandante, colonnello Cock, ed abbiamo deciso per il 15 dicembre.
Quando sono arrivata alla caserma alle dieci del 15 dicembre ho trovato moltissimi membri della famiglia Bryant, tra cui ovviamente Tony, ad aspettarmi. Il maggiore Step aveva preparato una raccolta di articoli e foto riguardanti Mich nel museo del reggimento dei Kaffrarian Rifles da lui curato e dopo le foto di rito ho consegnato la medaglia a Tony Bryant come rappresentante della famiglia. Tony ha deciso di lasciare la medaglia nel museo, dove faranno una piccola vetrina dedicata a Mich, ed il colonello ha annunciato nel suo discorso che il 30 di settembre di quest’anno avranno una speciale cerimonia dedicata a Mich Bryant.
Alla cerimonia erano anche presenti il vice Console italiano ingegner Enrico Contardo in rappresentanza della comunità italiana ed il dottor Attilio Bordi, che rappresenta l’unica associazione italiana di East London.
Sono veramente felice dopo tanti anni e tanti tentativi di aver finalmento potuto dare un riconoscimento ufficiale alla famiglia Bryant, cosa che mi stava veramente molto a cuore.
Marina Marchetti
Nelle due foto piccole i momenti della consegna della medaglia; foto grandi qui sotto: nella prima Marina Marchetti con la famiglia Bryant, Maria Chiara Marchetti-Mercer, Enrico Contardo, il colonnello Cock e il maggiore Step che aveva organizzato la cerimonia; nella seconda, da sinistra, il dottor Attilio Bordi presidente della “Dante” di East London, l’ingegner Enrico Contardo vice-console italiano, Marina Marchetti e il signor Tony Bryant.