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- Created on Tuesday, 07 February 2012 16:40
Il calvario dei pensionati italiani in Sud Africa e nel resto del mondo che da mesi ormai fanno fatica a sopravvivere perché non hanno ricevuto la pensione dall'Italia ha indotto il consigliere del Cgie Riccardo Pinna, responsabile del Maie in questo paese, a sollecitare interventi politici ai massimi livelli e con estrema urgenza per mettere fine a questa gravissima situazione. Quella dei pensionati, sostiene pinna, è una vera tragedia, in quanto alcuni di loro sono ridotti a elemosinare aiuti a destra e a manca per non morire di fame e sono minacciati dalla decadenza delle costose polizze assicurative sanitarie che fanno almeno in minima parte le veci della mutua di cui beneficiano i connazionali in patria. Senza soldi per procurarsi il cibo e senza copertura sanitaria sono praticamente condannati a morire d'inedia o di malattia.
Ecco come il consigliere Pinna chiede all'onorevole Ricardo Merlo, presidente del Maie (foto), di farsi promotore di interrogazioni parlamentari e come lo stesso Pinna inquadra la tragedia dei pensionati che hanno perduto la loro unica fonte di reddito:
Carissimo On. Ricardo Merlo
come ti avevo spiegato per telefono a riguardo della mancata erogazione delle pensioni di oltre 200 connazionali, ti chiedo cortesemente di intervenire con una interpellanza parlamentare alla Camera dei Deputati. Valuta se ritieni necessario farla anche in Senato. Grazie a nome della Comunità Italiana del Sud Africa
La tragedia dei pensionati ridotti a mendicare
Siamo già al 7 di Febbraio e dobbiamo amaramente constatare che anche questo mese molti nostri connazionali anziani non hanno ricevuto la pensione.
I Consiglieri del CGIE, il Comites, il Consolato, i Patronati, non sanno più come rispondere ai connazionali che irresponsabilmente non hanno ricevuto la pensione negli ultimi due mesi.
Come è possibile che l’ente responsabile dei pagamenti, a tre mesi dalla fine del contratto, va a richiedere un certificato in vita ai nostri pensionati e indica il solo Consolato come garante dei certificati stessi, creando enormi disagi agli anziani che vivono a centinaia di chilometri di distanza dal Consolato e al Consolato stesso che si ritrova a dover svolgere un lavoro in più con il personale già insufficente. Non dobbiamo dimenticare che il certificato in vita fu già chiesto a maggio 2011. Perché la nuova richiesta in novembre?
Ci chiediamo, perché l’INPS ha permesso questo?
Sia l’ente che eroga le pensioni che l’INPS sapevano che City Bank di Londra, la banca che si è aggiudicata la gara d’appalto per l’erogazione delle pensioni dal primo febbraio 2012, avrebbe, giustamente, richiesto il certificato in vita ai nostri pensionati per il mese di aprile 2012. Qual'era la necessità di duplicare la richiesta dei certificati in vita?
Tutta questa confusione, dilettantismo, irresponsabilità e mancanza di professionalità, ha creato un dramma per i nostri anziani.
Siamo testimoni di situazioni drammatiche. Pensionati che non sanno come pagare le bollette, che perdono l’assistenza sanitaria per il mancato pagamento di due mesi consecutivi della retta e una volta interrotto il contratto di assistenza, un anziano di 70-80 anni non potrà più permettersi di riacquistarla, se non a prezzi esorbitanti. Anziani che si ritrovano a dover elemosinare ad un parente o ad un amico. E chi non ce l’ha un parente o un amico a chi si rivolge? Alle organizzazioni che prestano i soldi a strozzo?
Io non so se questo è successo solo in Sud Africa. Mi auguro di sì.
Pertanto, chiedo fermamente a tutte le forze politiche (responsabili), al Governo e se è necessario al Presidente della Repubblica Italiana di intervenire immediatamente, aprendo un’inchiesta, sia per ripristinare la normalità e sia per individuare i responsabili di questo disastro sociale, sperando che vengano opportunatamente puniti.
Mi auguro inoltre, che questa faccenda non vada a finire all’italiana, cioè “a tarallucci e vino”.
Riccardo Pinna
Responsabile MAIE-Africa