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- Created on Monday, 27 February 2012 13:01
Due giornate splendide, una notte da favola sotto il cielo stellato, fra i vigneti e i boschi di Sir Lowry's Pass, a Somerset West. Parlare di grande successo a proposito di questa prima edizione di "Italia in campagna" e terza "Vendemmia" una volta tanto è inesatto per difetto. Cercare superlativi è inutile, anche perché più di mille persone ne hanno già parlato con entusiasmo a migliaia di amici e la due giorni fra le vigne della famiglia Bottega è già diventata una leggenda urbana di Città del Capo e di tutto il Sud Africa. Abbiamo quindi pensato di affidare il racconto soprattutto alle fotografie - per le quali siamo debitori all'amico e collega Claudio Farinelli -, che non possono nè ingrandire nè abbellire una realtà che comunque è impossibile rendere fedelmente a parole o per immagini se non la si è vissuta. Gli assenti sono avvertiti: includano questa sagra italiana nel calendario dei loro appuntamenti per il prossimo anno e si preparino a gustare l'uva dei grappoli pronti per la vendemmia sulle viti dell'azienda vinicola Da Capo, che produce eccellenti vini con etichetta Idiom con nomi italianissimi come Primitivo e Sangiovese o francesi come Sauvignon Blanc e Viognier.
Organizzata dalla famiglia Bottega in collaborazione con il Consolato d'Italia a Città del Capo, la Società sulturale Dante Alighieri e il Fogolar Furlan del Capo, la sagra è cominciata sabato con almeno seicento visitatori ad assaggiare i prodotti e i piatti tradizionali italiani e i vini di una mezza dozzina di produttori italiani e sudafricani ed è continuata domenica per concludersi quasi all'imbrunire con la partecipazione di un altro migliaio di persone. Sabato sera quasi duecento persone hanno partecipato alla cena sotto le stelle imbandita da alcuni fra i migliori ristoranti italiani della città. Nell'arco delle due giornate è successo di tutto, dalla vendemmia alla pestatura dell'uva, dai tradizionali giochi delle sagre alle escursioni guidate lungo i costoni delle montagne che circondano una valle così bella da ispirare i primi coloni olandesi, a metà del Seicento, a chiamarla "l'Olanda degli Ottentotti".
Negli stand allineati lungo la strada di accesso si vendeva di tutto, dai libri e giornali italiani nello spazio della Dante Alighieri, alle macchine da caffé, ai vini Idiom e importati, alle grappe Bottega e Dalla Cia, ai gelati, ma perfino vestiti e naturalmente prodotti alimentari tipici, dai pelati ai formaggi e ai salumi.
Un'orchestrina ha fornito per tutta la durata del festival campagnolo la colonna sonora e un giovanotto di colore ha spolverato il suo migliore accento napoletano per cantare alcuni classici del repertorio partenopeo, prestandosi anche a duettare con gli improvvisati cori che hanno impegnato l'entusiasmo se non la sensibilità musicale di un manipolo di friulani e sudafricani che hanno divertito un po' tutti.
I bambini si sono particolarmente divertiti perché un intero settore del grande spazio preparato per la sagra era dedicato a loro e offriva castelli, scivoli e piscine gonfiabili, una piccola "farm" in tenda, escursioni su pony e tante altre distrazioni. Per i grandi c'era anche un campo di bocce, che i bambini non hanno disdegnato.
Sotto diversi tendoni squadre di cuochi e assistenti hanno lavorato senza soste per soddisfare i gusti e gli appetiti di tutta quella gente, mentre sotto un altro tendone la scelta di vini e grappe era pressoché illimitata e dietro i banchi davano man forte ai locali anche i rappresentanti di varie case vinicole italiane venuti a Città del Capo proprio per la presentazione dei rispettivi prodotti, venduti in Sud Africa dalla ditta Vinotria.