Finestra sull'Italia: Viva Monti! Viva Monti!... Abbasso Monti! Abbasso Monti!
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- Created on Saturday, 06 October 2012 09:53
Non occorre uno strizzacervelli per capire la logica utilitaristica della politica tricolore
Ro Pucci da Houston -
HOUSTON, Texas – Penso che chiunque voglia esaminare quanto accade nella politica del Belpaese, cercando di capire la logica che ne sta alla base, non avrebbe grande difficoltà a farsene in proposito un’idea precisa.
Dopo la resa del governo di centro destra e la sua plateale ammissione di non riuscire a risolvere i gravi problemi in cui era stato sprofondato il paese, l’avvento di Monti e dei suoi tecnici al governo fu accettato, e persino osannato, come la mossa alchemica che avrebbe trasformato in oro tutto ciò che fosse stato toccato dal nuovo premier. Il “Professore” era ritenuto gradito dall’Europa e dai mercati internazionali e si pensava che ciò bastasse per dare il colpo di spugna e per effettuare l’inversione ad U verso i bei vecchi tempi felici del boom economico, che ci si era lasciti alle spalle, in un passato storico ed in un contesto molto differenti da quelli del mondo globalizzato.
Il nuovo governo si tuffava senza esitazioni in provvedimenti durissimi per i cittadini ne’ ricchi ne’ famosi e finiva per fare in pratica il lavoro sporco di chi aveva fatto il gesto “nobile” di farsi da parte dopo aver affermato con sicumera fino all’ultimo che l’Italia non aveva i problemi ne’ della Spagna, ne’ della Grecia. L’adesione alle sue cure tanto drastiche, che sembravano alla fine dover uccidere il malato, se s’esclude la critica di pochissimi, divenne quasi totale tanto dalla destra che dalla sinistra le quali, per lo più, non fecero mai mancare la fiducia necessaria per andare avanti e per fare felici i super-censori che sorvegliavano il Belpaese dall’estero con l’intransigenza più spietata.
Tutti d’accordo col capo del governo dunque, o quasi, fino a quando il Viva Monti! divento’ all’improvviso, e per incanto, un Abbasso Monti!
Col passare del tempo il professore stava raccogliendo troppi consensi, stava mettendo radici sempre più profonde a discapito della politica che aveva fallito, ed i danneggiati messi a rischio si sentivano esclusi dal protagonismo del gioco e minacciati. L’alleanza bipartisan, che aveva assecondato il premier, inizio’ a dividersi a proposito del proprio appoggio, nonostante votasse ancora a favore del suo governo. Tutti ricordavano bene, ed avevano interesse a far ricordare, che la nuova amministrazione tecnica era nata solo come un intervallo o, piuttosto, come una specie di carosello veloce tra due governi, gestito da veri politici eletti regolarmente dagli Italiani.
Monti, intanto, non aveva mai smesso di contare sul sostegno e sul tifo del centro, sfoderava una sicurezza tanto granitica nel suo piazzamento al timone della barca italiana ed, al peggiorare della situazione generale del Belpaese ed allo sprofondare nello sfacelo totale dei partiti che lo volevano fuori, non batteva neanche ciglio. Si rendeva conto che il caos venutosi a realizzare non poteva che andare nella direzione a lui propizia e non poteva che giocare a favore di un suo secondo mandato. Il premier non aveva neanche bisogno di farne richiesta ed, anzi, nella sua esternazione in proposito rilasciata alle Nazioni Unite, la sua volontà di farsi da parte era ben bilanciata dalla precisazione che, nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, non avrebbe fatto mancare mai la sua disponibilità ed il suo intervento.
Adesso, mentre gli scandali agli enti locali causano difficoltà sempre crescenti ai partiti tradizionali, mentre si tenta di realizzare eventuali alleanze politiche e d'individuare possibili leader, si vorrebbe ritrovare una verginità perduta per strada con il tentativo d’avere dalla propria parte e nelle proprie liste l’attuale premier. Nei talkshow in televisione membri del suo team e ministri del suo governo affermano che Monti ha salvato dal baratro il paese ma, non e’ del tutto chiaro di quale parte di esso si tratti, se non forse per la sparuta minoranza di milionari, di finanzieri e di banche che non sono stati toccati dalla crisi e che, anzi, hanno finito ancora per avvantaggiarsene.
Gli ultimi provvedimenti per la riduzione dei costi della politica, dei quali bisognerà vedere se mai saranno varati tutti con la necessaria forza dichiarata nelle proposte di legge, diventano uno zuccherino troppo inefficace per placare l’amarezza e perfino la rabbia di molti Italiani i quali erano già consapevoli della corruzione di questo sistema da tempo, quando chi aveva il compito di sorvegliare girava la testa dalla parte opposta.
Questi cerotti, troppo piccoli sulla ferita enormemente estesa che rischia di uccidere l’Italia, non sono ugualmente in grado d’evitare tagli, come quelli all’istruzione, per i quali gli studenti nelle maggiori città del paese sono già scesi a dimostrare in piazza.
Si dovrà vedere quale sarà il consuntivo che avrà il sopravvento su questo premier apparentemente privo di emozioni umane e quasi imbalsamato. Se, cioè, si riterrà che si sia rivelato veramente un nuovo ”pater patriae“ o se, invece, i video clip che scorrono sui televisori con gli operai asserragliati sulle torri, mentre altre industrie ed altre fabbriche chiudono, faranno ritenere che forse, fatte le dovute differenze, si stava meglio quando si stava peggio. Dipenderà certamente da questo se i partiti, che si preparano per le elezioni e sono intenti nella loro campagna acquisti, decideranno alla fine se sono dell’idea d’accaparrarsi il prestigioso oriundo tecnico o se vorranno invece fare affidamento su un campioncino del quale già dispongono e che si prepara scaldandosi i muscoli ai bordi del campo. - Photo courtesy of ThomasOfNorway
RO PUCCI
iNN, HOUSTON, TEXAS
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