Opere di Luigi Di Sarro al Castello di Cape Town dall'11 ottobre nell'ambito del quinto Festival della Fotografia
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- Created on Saturday, 08 September 2012 09:08
La mostra delle fotografie sperimentali di Luigi Di Sarro, organizzata dal Centro Luigi Di Sarro di Roma e dal Consolato Italiano a Cape Town, nell'ambito del MOP5 Photography Festival e della 12° Settimana della lingua italiana nel mondo, sarà inaugurata all'Old Recruitment Centre del Castello di Buona Speranza, giovedì 11 Ottobre, alle 18.30. La presentazione dell'evento sarà fatta dalla storica dell'arte Carlotta Sylos Calò, autrice dell'ultimo libro che indaga sulla ricerca fotografica di Luigi Di Sarro. Sarà presente, con il marito Claudio Farinelli, la giornalista Alessandra Atti Di Sarro, nipote di Luigi Di Sarro e artefice di questa importante e significativa mostra fotografica, che resterà aperta fino al 21 ottobre.
Il Castello di Cape Town ospiterà dal 27 settembre al 31 ottobre la quinta edizione del Festival della Fotografia ed è nell'ambito di questa manifestazione che si inquadrerà la mostra delle opere fotografiche pionieristiche del Di Sarro. La mostra resterà aperta fino al 21 ottobre.
Il Mese della Fotografia 2012 ha per tema "Autobiografia: Cronache dei nostri tempi" e la sezione dedicata al medico e artista italiano avrà per titolo "It's my life". Sarà composta di una quarantina di opere che testimoniano la ricerca sperimentale di Di Sarro negli anni '70, ancora oggi molto attuale. Tra il lavori esposti figurano anche alcune stampe di opere acquisite dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, dall'Istituto Nazionale Italiano per la Grafica e dal Centre Pompidou - Museo di Arte Contemporanea di Parigi. Proprio al Pompidou sono attualmente esposte 5 delle 6 fotografie acquisite nella collezione permanente.
Luigi Di Sarro. Morfologie esistenziali
di Maddalena Rinaldi -
A Recanati dal 23 settembre al 30 ottobre 2011 una mostra dedicata all'artista Luigi Di Sarro (Lamezia Terme 1941 - Roma 1979), medico e professore all'Accademia di Belle Arti di Roma e Macerata, scomparso a soli 37 anni per un fatale equivoco.
“Vivrai finché sarai capace di interrogare il mondo!”. Non un semplice aforisma, né una profezia, ma un vero stile di vita, quello serbato tra le parole di Luigi Di Sarro che, nel 1978 le pensava, le scriveva e le metteva in pratica ogni giorno.
Luigi Di Sarro (1941-1979) medico e artista, ha dedicato la sua vita ad una costante indagine — “La formalizzazione della domanda è il primo atto conoscitivo”, scriveva nei suoi appunti — che lo ha condotto ad una ricca sperimentazione dei linguaggi tesa allo svelamento delle forme della realtà.
Nato a Lamezia Terme, 1941, Luigi Di Sarro si è trasferito subito a Roma con la sua famiglia dove ha condotto parte dei suoi studi e della sua professione insegnando Anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti. Viaggiando tra Europa, America e Giappone è entrato in contatto con realtà e culture differenti di cui è intrisa molta della sua produzione artistica. Oggi Luigi Di Sarro è ricordato da amici e colleghi — ma anche da chi lo ha incontrato solo di sfuggita, durante un viaggio in treno o in un’aula a lezione — come una personalità ricca, eclettica e seducente. La sua estrema umanità ed il suo sguardo sensibile ed attento hanno lasciato un segno indelebile in chi lo ha conosciuto.
“Luigi ha trovato nell’arte la chiave di lettura idonea per poter penetrare la realtà” — ricorda Paola Ballesi — sua collega all’Accademia di Belle Arti di Macerata nel 1978.
Una mostra, quella che vedremo a Città del Capo,che ricostruisce l’ultima stagione dell’artista, quella in cui egli “affida al segno e al gesto visivo le sue intense prospezioni esistenziali tese allo scandaglio della morfologia e dei segreti dell’immagine, strettamente ed intimamente intrecciati con gli enigmi della vita”. Fotografie, fotomontaggi e serigrafie esposte attraverso un allestimento semplice ed accurato, che onora la sua poetica ripercorrendone il pensiero attraverso suggestive immagini e singolari aforismi. Precursore di tanti linguaggi, Luigi Di Sarro, alla metà degli anni Settanta conduce la sua ricerca sul corpo, la luce ed il movimento.
L’arte ha per lui un valore conoscitivo ed ogni nuova tecnica artistica che decide di sperimentare lo porta ad una conoscenza progressiva, mai definitiva. Tutta la sua produzione può, per questo, essere considerata un immenso work in progress, dove le soluzioni raggiunte, non sono mai per lui inconfutabili. Segno, linea e figura sono i cardini fondamentali da cui muove la sua indagine che lo porterà dal disegno alla pittura, alla scultura, alla grafica ed alla fotografia, passando per il collage e la performance.
“La sua è un’arte sperimentale” — ricorda Paola Ballesi che lo definisce — “un artista a tutto tondo”. Tutta la ricerca di Luigi Di Sarro si lega a quelle correnti artistiche del periodo in cui i limiti del quadro sono travalicati “il suo occhio attento tipico del medico che segue il segno, affronta un’indagine sulla morfologia delle forme – spiega - è come se si mettesse di soppiatto per vedere attraverso le forme quello che non è immediatamente visibile”.
Luigi Di Sarro appartiene a quella generazione di artisti utopici che hanno attraversato gli anni Sessanta e Settanta convinti che l’arte dovesse farsi carico di un radicale progetto di cambiamento dei propri linguaggi e di tutto il mondo:
“Se l’arte accompagna la mia vita, se la mia vita serve all’arte io… posso anche morire” scriveva solo un anno prima della sua scomparsa.
Morto tragicamente a Roma per un fatale equivoco durante gli “anni di piombo” e dell’entrata in vigore della legge Reale, il 24 febbraio 1979, freddato da un carabiniere in borghese sul Lungotevere in Sassia, ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo accademico, artistico e familiare. Ma la sua densa produzione artistica, poetica ed accademica, continua a vivere negli anni vincendo lo spettro dell’oblio, grazie al Centro documentazione della ricerca artistica contemporanea sorto in suo nome dalla volontà dei suoi familiari. Oggi il Centro Di Sarro, in zona Prati a Roma, è un fulcro di riferimento nella Capitale per la giovane arte contemporanea, foriero sin dal 1981, anno della sua fondazione, di un’espressione artistica innovativa e sperimentale ed è gestito nello spirito con il quale l’artista è sempre vissuto: grande libertà di pensiero e interesse per ogni forma di sperimentazione. Da trenta anni il Centro Luigi Di Sarro lavora per promuovere l’opera dei giovani artisti. Oggi all’attività di esposizione affianca quella di Centro Studi sull’arte contemporanea, con mostre e pubblicazioni che mirano ad indagare gli ultimi decenni e con una sezione dedicata all’Archivio Di Sarro, aperta alla consultazione delle opere e degli scritti lasciati dall’artista.
Lo strabiliante mode de vie di Luigi Di Sarro, attento e curioso, riecheggia ancora oggi nelle attività del Centro Di Sarro attraverso le innumerevoli esposizioni, gli incontri ed i dibattiti, tra artisti, critici e curatori della scena contemporanea nazionale ed internazionale. Il Centro infatti, seguendo lo spirito dell’artista scomparso, instancabile viaggiatore e sensibile alle contaminazioni tra culture e linguaggi differenti, collabora con le Ambasciate Italiane a Cuba ed in Sud Africa realizzando scambi culturali, residenze artistiche ed esposizioni in collaborazione con gallerie e centri espositivi internazionali.