Rinoceronti ed elefanti: oggi quasi estinti e protetti, nel 1930 decimati in Kenya e in Sud Africa
- Details
- Created on Wednesday, 07 March 2012 06:24
Sfogliando un volume pubblicato nel 1987 per il primo centenario dello "Star", quotidiano in lingua inglese che cominciò le pubblicazioni a Johannesburg quando la metropoli aveva appena un anno ed era un grande accampamento di cercatori d'oro, ci siamo imbattuti in una notizia che contrasta stridentemente con quelle che si leggono nelle pagine dei giornali di oggi e che ha riportato alla memoria altre letture dello stesso tipo. Adesso si lamenta la strage dei rinoceronti portata avanti con egoista cinismo dai bracconieri al soldo dei mercanti cinesi di afrodisiaci, allora si dava tranquillamente notizia di una strage di stato portata a termine per rendere più facile la vita dei coltivatori e dei viaggiatori. Una buona azione, appunto, a dimostrare l'interesse delle autorità per l'incolumità dei cittadini.
Lo Star dell'epoca riferisce infatti, come si può leggere nel ritaglio che accompagna questo pezzo, che nella zona di Nyeri un prode cacciatore bianco era stato pagato per ridurre il numero dei rinoceronti, divenuti un fastidio per agricoltori e viaggiatori. Ne aveva uccisi la bellezza di 43. Tutto ciò, riferisce il corrispondente, in ossequio alla linea politica di rendere un "servizio di pronto soccorso alle zone colonizzate minacciate da grandi animali". Gli agricoltori hanno chiesto aiuto e il Game Department ha assoldato il cacciatore bianco per rarefare la popolazione di rinoceronti "che danneggiano le coltivazioni e sono una minaccia per i viaggiatori e in particolare per quelli che fanno uso di automobili".
Vi meravigliate, allibite? Non fatelo. In quegli anni succedeva di peggio, nonostante il presidente Kruger, già alla fine dell'Ottocento, avesse deciso di creare "per le future generazioni" il parco che porta il suo nome. All'epoca quello che oggi è per tutti il Kruger era una minuscola farm nella zona di Skukuza, dove la selvaggina era stata decimata da un'epidemia di peste bovina così severa da far scomparire con gli animali anche la mosca tze-tze, nonchè dalla caccia sfrenata di coloni e cercatori d'oro, attirati dalle scoperte di miniere promettenti nella zona di Barberton. Infatti, mentre Kruger poneva le basi del suo parco, prelevando la selvaggina dal parco dell'Umfolozi già esistente nel Natal, nella provincia del Capo era in atto lo sterminio sistematico delle mandrie di elefanti che migravano dalle valli intorno a Città del Capo fino alle pianure vicino a Port Elizabeth, quasi 800 chilometri più a est.
La strage fu quasi totale. Un cacciatore bianco ne uccise da solo a decine prima di smettere per la nausea provocata da quello che stava facendo, ma ormai per gli elefanti era troppo tardi. Di centinaia ne sopravvissero appena quattro nella foresta di Knysna e 11 in quello che oggi è il Parco Nazionale di Addo, dove adesso se ne contano alcune centinaia che formano la popolazione di elefanti più densa esistente al mondo.
Di più. In occasione della visita della regina Vittoria, ai primi del Novecento, fu organizzata una battuta di caccia per il rampollo reale e il suo seguito dalle parti di Bloemfontein, in mezzo al Karoo. Le tribù della zona furono incaricate di fornire centinaia di battitori e per la comitiva reale fu costruita una rampa verso la quale gli animali erano costretti a convergere, in modo che, una volta percorsa la salitella, dovessero saltare sopra le teste dei cacciatori in attesa, per i quali numerosi inservienti provvedevano a ricaricare i fucili. Al termine della "caccia", dicono le cronache dell'epoca, si contarono dai 3.000 ai 5.000 capi di selvaggina abbattuti. In una zona semi-desertica.