Breve storia della Powerlines
Breve storia della Powerlines di quando gli italiani zigzagavano per l'Africa portando energia e progresso
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- Created on Friday, 09 December 2011 14:35
C'erano una volta le compagnie italiane che costruivano dighe, centrali idroelettriche, ponti, strade e ferrovie in tutta l'Africa, da Assuan a Kariba fino a Cabora Bassa. Erano tempi romantici e difficli, ma gli uomini mandati dall'Italia e quelli reclutati in Africa per fare i lavori erano all'altezza della sfida. E costruirono e costruirono, aprendo nuove frontiere, portando energia e progresso dove non ce n'erano.
Una di queste compagnie fu fondata nel 1954 a Johannesburg e chiamata Powerlines. Oggi appartiene al gruppo Babcock. Quando la Powerlines cominciò a zigzagare per il Sud Africa e i paesi confinanti costruendo le linee elettriche che ancora oggi distribuiscono energia a tutto il paese, le condizioni erano più o meno le stesse della leggendaria conquista del West in America. Ogni giorno, poco prima dell'alba, i cacciatori uscivano dal campo nel bushveld per andare a procacciare un pasto di selvaggina per i lavoratori. Vivevano in campi tendati, proprio come le tribù che incontravano nelle regioni ancora incontaminate che dovevano attraversare. E qualche volta fra le vittime delle loro carabine ci scappava anche un elefante o un coccodrillo (foto).
Questa è una breve storia della Powerlines, orgoglio di molti italiani che ancora vivono in Sud Africa e conservano felici memorie di quei giorni. Molti di loro nel tempo hanno lasciato la Powerlines e sono loro stessi diventati imprenditori di successo. Alcuni anni or sono si sono ritrovati al Club Italiano di Nigel, cittadina dove è sempre stato il quartier generale della Powerlines, a 60 chilometri a sud-est di Johannesburg, per un raduno organizzato per celebrare la Powerlines e quei tempi romantici e indimenticabili. Questa storia è stata messa insieme per quell'occasione.
BREVE STORIA DELLA “POWERLINES”
(SUD-AFRICA)
INTRODUZIONE:
Le radici della Powerlines risalgono alla nascita della S.A.E. (Società Anonima Elettrificazione) avvenuta a Milano il 17 giugno 1926.
Nel corso degli anni seguenti, la S.A.E. si rese responsabile di moltissimi lavori di elettrificazione in Italia e all’estero, ingrandendosi continuamente.
Dopo la fine della seconda Guerra mondiale, le grandi opere di ricostruzione delle infrastrutture civili, fornirono alla S.A.E. l’opportunità di diventare una delle più importanti compagnie mondiali del settore.
Agli inizi degli anni ’50, la S.A.E. aveva raggiunto una tale capacità produttiva che la spingeva a competere continuamente, e con successo, sui mercati internazionali.
Uno dei direttori di allora, Guido Corbellini, era fermamente convinto che l’Impero Coloniale Inglese si stava disintegrando, particolarmente in Africa, dove molti paesi erano avviati verso
l’indipendenza, e in questo stato di cose lui prevedeva che i nuovi governanti avrebbero preferito dare lavoro ad altri piuttosto che ai vecchi padroni, perciò era arrivato il momento opportuno per mandare una persona “in loco” a preparare il terreno del business.
IL FONDATORE:
La persona prescelta fu Enzo Mangani. Nato nel 1920, aveva conseguito la laurea in Scienze Politiche, inoltre era un ex ufficiale di Marina, una persona amichevole e rassicurante, con una vasta esperienza amministrativa.
Quando Guido Corbellini lo contattò, verso la fine del 1951, Enzo Mangani lavorava al Banco di Roma, filiale di Como. Amava il suo lavoro, ma il suo sogno era di andare all’estero, e quando Corbellini gli offrì questa opportunità, al doppio dello stipendio che percepiva, non ci pensò due volte ad accettare l’offerta.
1952-1953
Nel novembre del 1952, dopo una serie di viaggi nei paesi nord-africani, Enzo Mangani si mise in viaggio per l’Africa nera, Congo, Angola e Mozambico, da qui arrivò in Sud Africa, dove a Johannesburg incontrò un certo Jan Van Meurs, che era il rappresentante di una grande ditta tedesca di macchinari per miniere, e aveva importanti conoscenze nel mondo del business minerario. Si deve notare che a quei tempi Johannesburg era il punto di riferimento per qualsiasi attività mineraria nell’intera Africa e, come oggi, copriva interessi colossali.
Van Meurs informò Mangani che il Sud Africa e la Rhodesia avevano intenzione di investire grandi capitali nella costruzione di dighe per la produzione di energia idroelettrica e, tramite la S.A.E., fu messo in contatto con l’IMPRESIT, che più tardi costruì la diga di Kariba nella Rhodesia del nord.
Grazie a questo contatto, Enzo Mangani fu in grado di preparare e vincere un contratto per una piccola linea di 132kV, da Wilge a Stepdown, e una sottostazione, nell’area carbonifera di Witbank, del valore di 18.000 sterline di allora. Non era un grande contratto, comunque, nell’opinione di Mangani, il modo giusto di entrare un mercato era tramite piccoli progetti campione, che davano l’opportunità di sperimentare le situazioni locali, senza rischiare grandi capitali.
1953-1960 (La nascita della Powerlines)
Per cominciare questo primo lavoro in Sud Africa, 12 operai di linea arrivarono dall’Italia, sotto la direzione di un geometra, Antonio Fiorini, e un ingegnere, Walter Zanasi. Tre mesi dopo parte del gruppo fu trasferito a un altro campo in Mozambico, per la costruzione della linea di 110kV da Revue a Beira, mentre contemporaneamente i lavori sulla linea Wilge-Stepdown continuavano.
La decisione di creare una sussidiaria della SAE nell’Africa meridionale, fu presa nel 1953, a seguito di un’analisi di mercato effettuata da Enzo Mangani. Era evidente che sarebbe stato più pratico operare con una ditta locale, perciò nel gennaio del 1954 Enzo Mangani, con un capitale di 100 sterline, fondò la “Power Lines” Company. Nel novembre dello stesso anno, arrivò dalla SAE Gabriele Di Giacomo, che con Mangani contribuì moltissimo allo sviluppo della Powerlines.
Inizialmente la Powerlines doveva operare solo nella costruzione di linee, infatti manodopera, materiali ed equipaggiamento arrivavano dall’Italia. Più tardi, e dovuto a ragioni logistiche, divenne chiaro che la ditta avrebbe dovuto anche produrre pali, morsetteria ed avere officine di riparazione e preparazione dell’equipaggiamento e dei veicoli da costruzione.
Nel gennaio del 1956, dopo lunghe e meticolose considerazioni, fu deciso di acquistare un terreno di quattro ettari a Nigel, nell’allora Transvaal, dove erigere fabbrica, officina e magazzini.
Nigel fu scelta, oltre che per varie ragioni, per la sua posizione centrale nel contesto della griglia di elettrificazione che si voleva sviluppare in Sud Africa, inoltre aveva accesso a ottime infrastrutture e servizi.
Sempre nel 1956, Enzo Mangani riuscì ad accaparrarsi il contratto per la costruzione del KARIBA TRANSMISSION SYSTEM nell’allora Northern Rhodesia. Questo era un sistema di tre linee da 330kV che partivano dalla centrale idroelettrica di Kariba: una andava a nord, nella zona di estrazione del rame, una andava a Salisbury (Harare) e l’altra a Bulawayo. In totale erano 1475 km di linee. Per questo progetto arrivarono dall’Italia più di cento operai, quasi tutti dall’Abruzzo, dovuto al fatto che la SAE aveva appena completato un grande lavoro in quella regione, dove il campo era stato chiuso e il personale doveva essere utilizzato altrove.
Questi uomini passarono quattro anni sul progetto Kariba, che si concluse nel 1959-60. Dopo di che molti vennero traferiti su linee in Sud Africa e paesi vicini, qualcuno anche nell’officina di Nigel, che divenne così il punto di riferimento per tanti altri italiani che vi si stabilirono e crearono una sempre più numerosa comunità italiana.
La Powerlines di Nigel si era intanto ingrandita. Nel 1959 cominciò la produzione di pali e nel 1960 la zincheria divenne operativa.
Nel 1959 l’ufficio centrale della Powerlines si trasferisce dall’angolo tra Bree e Rissik Street, in Johannesburg, in Henry Street, Braamfontein, sempre in Johannesburg.
1961-1970
La Powerlines continua ad espandersi, sia nella Fabbrica che nelle linee. Nel 1962-63 comincia anche la produzione di morsetteria e bulloneria, che implica la nascita dei reparti di meccanica per la costruzione di stampi e attrezzature, la forgeria, la fonderia di alluminio, il reparto macchinazione, assiemaggio e spedizioni.
Nel 1964 la Powerlines completò per la Eskom la prima linea da 400kV. Questa fu la pietra miliare del sistema di trasmissione sudafricano, che continuò ad essere sviluppato su questo modello e che consentì lo sviluppo industriale del paese.
Nel 1967 di nuovo l’ufficio centrale della Powerlines si trasferisce da Henry Street in Braamfontein, nel nuovo edificio all’angolo tra De Korte e Loveday Street, sempre in Braamfontein, Johannesburg.
1971-1980
Nel 1971 la Powerlines comincia la costruzione della linea da 533kV a corrente continua dalla centrale idroelettrica di Cabora Bassa, nel nord-ovest del Mozambico, fino alla sottostazione Apollo, vicino a Pretoria.
Questa fu la prima e la più lunga linea a corrente continua del mondo, che consiste di due linee parallele di circa 530km ciascuna. La corrente continua fu scelta perché meno soggetta a dispersione di corrente su lunghe distanze, comparata alla corrente alternata comunemente usata.
Le due linee furono completate nel 1974.
Durante questo periodo la Powerlines costruì in Namibia (allora South-West Africa) una linea da 220kV, da Ruacana, ai confini con l’Angola, fino ad Aggeneys in Sud Africa, una linea lunga 1510km, che consente alla Namibia di avere elettricità da entrambi le parti.
Nel frattempo, la fabbrica di Nigel si era espansa a 17.6 ettari di terreno e circa 1400 dipendenti.
A seguito della crisi del petrolio del 1973, la Powerlines aveva costruito e operava un “gassificatore” che produceva gas dal carbone per alimentare i forni di forgeria, zincheria. Più tardi fondò la “Condor”. La Condor era una sezione che produceva molle e balestre per il mercato automobilistico. Fu concepita come diversificazione dei prodotti Powerlines, ma eventualmente risultò talmente importante che i maggiori clienti forzarono la Powerlines a venderla. Ancora oggi la Condor, adesso chiamata “Supreme Springs” è un business di successo, in buona parte grazie alle radici Powelines.
Gli inizi degli anni 80 segnarono anche la fine della costante immigrazione di giovani italiani e portoghesi, avvenuta fino allora, che aveva contribuito alla continuità e sviluppo della Powerlines. Questo fu dovuto principalmente ad una favorevole economia europea, che offriva ai giovani buone condizioni di impiego, tali da scoraggiare l’emigrazione.
La Powerlines contribuisce anche allo sviluppo del vicino Botswana. Nel febbraio del 1983 completa la linea da 254kV Selebi Pikwe – Orapa, lunga 270km, che consente di sfruttare efficacemente le risorse minerarie del paese.
Forse l’avvenimento più importante di questo periodo fu la costruzione della prima linea da 765kV, comunemente chiamata “La 800”, iniziata nel 1983 e completata nel 1985. La linea partiva dalla centrale termica Tutuka, vicino a Standerton, fino alla sottostazione Beta situata a Dealesville, circa 50km a nord-ovest di Bloemfontein, una lunghezza di circa 450km.
La produzione e la costruzione di questa linea impegnarono centinaia di tecnici e operai. Fu la prima linea di questo voltaggio nell’emisfero del sud ed è ancora oggi un fiore all’occhiello per la Powerlines ed il suo cliente, la Eskom.
Nel 1986 l’ufficio centrale fu trasferito da Braamfontein a Sandton. Nel 1987 la Powerlines venne acquistata dalla ABB, e cominciò a far parte di una potente multinazionale del settore, che successivamente rilevò buona parte delle aziende S.A.E. sparse nel mondo.
Nel 1989 l’ufficio centrale in Wierda Road, Sandton, fu venduto, e la ABB Powerlines fu trasferita e amalgamata con altre operazioni ABB negli uffici di Sunninghill, dove tuttora risiede.
1991-2000
Questo fu un periodo di importanti cambiamenti socio-politici per il Sud Africa, che culminarono con le prime elezioni democratiche del paese nel 1994.
Gli anni che precedettero le elezioni furono caratterizzati da profonde incertezze politiche e sociali, al punto da temere una guerra civile. Fortunatamente il processo elettorale si svolse senza grossi incidenti. Nonostante l’incerta situazione, la Powerlines investì circa 14 milioni di Rand nella costruzione di un nuovo impianto di zincatura, che fu inaugurato nel 1994 ed è tuttora un modello per l’industria nell’emisfero del sud, perché concepito sul rispetto ambientale, grazie alle moderne tecnologie di filtrazione acidi e polveri adottate.
Dopo le elezioni politiche dell’aprile 1994, i successivi e inevitabili cambi di guardia ai vertici del paese causarono ritardi, cambiamenti e cancellazioni di certi progetti civili in favore di altri. Questo stato di cose, influenzò negativamente il business della Powerlines, che fu costretta nel 1998 ad una drastica ristrutturazione e riduzione del personale.
Nonostante il difficile momento, la Powerlines completò nel 1998 la linea da 400kV Aries-Border e Namibia Interconnector, un totale di 665km, che connettono Windhoek in Namibia alla sottostazione Aries in Sud Africa.
2001-2006
Gli inizi del terzo millennio vedono la Powerlines in un mercato locale stagnante e incerto. Fortunatamente la debolezza del Rand, le consente di diventare competitiva nei mercati internazionali e sopravvive grazie a importanti appalti vinti in Nigeria, Messico e altri paesi.
Dal 2003 la moneta locale comincia a rafforzarsi rispetto alle altre valute estere, fino al punto da perdere la sua competitività nel mercato internazionale. Fortunatamente la Eskom, da sempre il più importante cliente della Powerlines, riprende le ordinazioni di linee ad alto voltaggio, con una politica di appalto favorevole a ditte locali.
A questo punto la Powerlines è ancora una delle più importanti ditte nel settore e dal 2003 vince considerevoli contratti di fornitura e costruzione linee, incrementando di anno in anno il suo turnover.
Al momento la Powerlines ha appena completato la linea da 110kV Gurue-Quamba-Lichinga in Mozambico, lunga circa 200km, e la linea da 220kV lunga circa 300km in Botswana. Ha da poco aperto il campo per la costruzione della linea da 400kV, Mossel Bay-Proteus nell’Eastern Cape, e sta compilando offerte per altri importanti progetti.
EPILOGO, RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI
Nel corso degli anni, la Powerlines è stata, ed è tuttora un punto di riferimento per l’industria delle linee elettriche ad alto voltaggio, ma ancor di più un punto di approdo per tanti lavoratori che grazie a lei hanno avuto l’opportunità di offrire alle loro famiglie condizioni di vita migliori.
In molti casi la Powerlines è stata il punto di partenza per tanti dipendenti che sono poi diventati imprenditori di successo in tutti i settori economici, dalle costruzioni alla finanza, dai manufatti al turismo, dall’agricoltura al minerario.
La Powerlines ha contribuito fortemente all’industrializzazione del Sud Africa e dei paesi vicini, portando il primo ingrediente necessario per lo sviluppo economico: l’Energia Elettrica. Con la costruzione di quasi 50.000 km di linee, l’elettrificazione di centinaia di kilometri di tratte ferroviarie, l’erezione di centinaia di ripetitori radio-televisivi e la produzione di migliaia di tonnellate di componenti per l’industria mineraria e automobilistica, la Powerlines può vantarsi di essere uno dei protagonisti nella realizzazione della più grande economia del continente che è la Repubblica sudafricana.
Nel corso degli anni la Powerlines ha cambiato nome: Powerlines, Feralin, Metalco, ancora Feralin, ABB, recentemente Babcok, ma nella mente e nel cuore di chi tutti è sempre “La Powerlines”.
Non ci sono dati precisi in merito, comunque una stima conservativa rivela che più di 37.000 persone sarebbero passate dalla Powerlines, chi per poche settimane, chi per una vita intera.
A tutte queste persone e ai loro discendenti dedichiamo questa breve storia.
When the Italians were crisscrossing South Africa with Powerlines
INTRODUCTION
There was a time when Italian companies were busy building dams, power plants, roads and railways all over Africa, from Assuan to Kariba to Cabora Bassa. They were romantic and difficult times, but the men that were sent from Italy to do the job were equal to the challenge. And they went on building and building, opening new frontiers, bringing power and progress where there were none. One of such companies was founded in 1954 in Johannesburg and called Powerlines. Today it belongs to Babcock. When the Powerlines teams started crisscrossing South Africa and the neighbouring countries with electric lines that are still today providing electricity to most of the country, it was more or less like at the time of the conquest of the West in America. Every day, just before dawn, the hunters would live the camps in the bushveld to go and provide a meal for the field workers by killing game. They lived in tented camps and in wooden huts, just like the tribes they encountered in the still pristine regions they had to cross. This is a short story of Powerlines, the pride of many Italians that still live in South Africa and have fond memories of those days. Many of them with time have left Powerlines and have become themselves successful businessmen. Some are members of this Chamber. Recently they have organized a convention in Nigel to celebrate Powerlines and the good old days. This story was put together for the occasion.
Powerlines’ roots date back to the birth of S.A.E. (Società Anonima Elettrificazione), which occurred in Milano on the 17th of June 1926. In the following years S.A.E. became responsible for many electrification projects throughout Italy and abroad. It grew to such an extent that in the aftermath of the Second World War, the massive reconstruction of infrastructure allowed the company to expand to the extent that it became a global leader in the sector.
During the early 50’s, S.A.E. had reached such lofty heights that it was in continuous contention for work in the international market.
Guido Corbellini, a director in these prosperous times, was convinced that the British empire was in a downward spiral, slowly disintegrating, especially in Africa where many countries were standing on the threshold of independence. In this he presumed that the new rulers of these nations would rather deal with new people than with their old masters, and so the time was right to prepare the ground for new business ventures.
FOUNDER
The man chosen to lead the expansion was Enzo Mangani, born in 1920, with a degree in Political Science, an ex Naval Officer with great experience in administration. Most importantly a friendly and reassuring gentleman.
Corbellini contacted him during the latter part of 1951. Mangani was working for Banco di Roma in their offices in Como and as much as he loved his job, his dreams lay overseas. The opportunity offered by Corbellini, with the added incentive of a salary double to the one he already had, was sufficient encouragement for Mangani to accept, and this he did without a second hesitation.
1952-1953
In November 1952, after a series of trips to North Africa, Mangani left for the Southern part of the continent, Congo, Angola, Mozambique and finally Johannesburg in South Africa. Once arrived he encountered Jan van Meurs, a local representative for a large German corporation which produced machinery utilized in the mining sector and so a man well connected in this world.
It is also important to recall that during this era, Johannesburg was the focal point for all mining activity on the continent and as today the hub of commerce with colossal business interest.
Van Meurs informed the newly arrived Mangani of the South African and Rhodesian intentions to expend vast amounts of currency on the construction of dams for the production of hydro-electric output. Through S.A.E. he contacted Impresit which at a later time would build Kariba dam in northern Rhodesia.
Thanks to this connection, Mangani was in the position to tender and win the contract for a small 132kV line from Wilge to Stepdown, and a small sub station in the coal area of Witbank. The total value of the contract was for
18.000 pounds, not a large contract by any stretch of the imagination, but the ideal size in the mind of Mangani, allowing the company to sound the market place with no great capital risk in a foreign market.
1953-1960 (The birth of Powerlines)
This first contract meant the arrival of 12 field operatives from Italy, under the guidance of quantity surveyor Antonio Fiorini and engineer Walter Zanasi. Three months after their arrival, with the Wilge-Stepdown line still under construction, the team was transferred to Mozambique to begin work on the 110kV line from Revue to Beira.
In 1953, after Mangani undertook a market study, it was decided to create a Southern African subsidiary of S.A.E. as it was obvious that it would be advantageous to work with a locally based company. Thus in January 1954, with 100 pounds, Mangani founded the Powerlines Company. In November of the same year Gabriele Di Giacomo arrived from S.A.E. and together with Mangani helped develop Powerlines footprint.
At the beginning Powerlines only preoccupied itself with construction of the lines, so much so that the labour, materials and equipment all arrived from Italy. As time progressed it became clear that due to logistical reasons this could not continue, Powerlines would have to begin producing poles, clamps, it would require workshops to prepare the equipment and it would need construction vehicles.
And so, after careful consideration, in January 1956 it was decided to purchase 4 hectares in the town of Nigel in the old Transvaal province, on which they would build a workshop, a factory and stores.
Nigel was chosen for its central location in the planned electrification process of the South African countryside and furthermore it had excellent access to infrastructure and services.
Still in 1956, Mangani snagged the contract for the construction of the Kariba Transmission System, in old Northern Rhodesia. The system consisted of three 330kV lines, beginning at the power plant in Kariba, one going north to the copper belt, one to Salisbury (Harare) and the other to Bulawayo. In total 1475km of lines and so for this project more than 100 labourers arrived from Italy, mainly from region of Abruzzo. The reason for this was that S.A.E. had recently completed a project in the region and the workforce needed to be accommodated elsewhere.
These men spent 4 years on the project which came to its conclusion in 1959-60, after which they where transferred to projects throughout the region. Some were moved to the office in Nigel thus creating a focal point for a burgeoning Italian community.
Meantime Powerlines was moving forward, in 1959 they began producing poles and the Zinc plating factory came online in 1960 and the head office moved from the corner of Bree and Rissik street, Johannesburg, to Henry street in Braamfontein.
1961-1970
Powerlines’ growth continues unabated, both in the factory and in the lines department. 1962-63 sees the beginning of the production of clamps, nuts and bolts, this leads to the birth of the mechanical department for the production of moulds and tools, the metal working department, the aluminium foundry, the motorized department, assembly and shipping.
In 1964 Powerlines completes for Eskom the first 400kV line, the first milestone of the South African transmission system which continued to develop with this model and thus consented the industrial growth of the country.
In 1967 the head office moves once again, from Henry street Braamfontein to a new building on the corner of De Korte and Loveday in the same suburb.
1971-1980
In 1971 Powerlines began construction on the 533kV line from the hydro-electric plant of Cahora Bassa, north western Mozambique, to the Apollo sub station next to Pretoria. Contrary to the more commonly used alternate current, this is a constant current line and once built it was the first of its kind and to this day the longest on the planet. The 530km parallel lines were completed in 1974 and the choice of current flow was based on the fact that there is less dispersal of energy over long distances when using constant flow.
During the same period Powerlines constructed a 1510km line from Ruacana in northern Namibia to Aggeneys in South Africa, permitting Namibia to receive electricity from both ends of their country.
The factory had grown to 17,6 hectares and now employed 1400 people.
Following the petroleum crisis of 1973, Powerlines built a gas converter to supplement the needs of the foundry and the Zinc plating operation. This constituted of machinery which would produce gas from coal.
In a diversification drive, Powerlines initiated the “Condor”, a company which produced springs and leaf-springs for the automotive industry. The success of Condor was such that its competitors forced a buy out of the company and it is still a major player to this day, albeit under the name of Supreme Springs, but the origins are Powerlines and for this they deserve credit.
By the mid seventies, Powerlines numbered 120 employees at head office, 1240 at the factory and depot in Nigel and approximately 1200 in the various construction camps.
1975 saw Powerlines move into the electrification of the railways and was awarded an important contract for the Pretoria-Pietersburg line, a stretch of 200km.
1981-1990
This decade brought many changes to the operational capacity of Powerlines. With the advent of computers and automation the reliance on manual labour declined and the advancement of technology was marked. The computer entered the office and the factory, Powerlines developed and implemented the computerized FCP system which is still in use today.
Naturally this lead to a reduction in personnel, but the impact was limited thanks to early pensions and the relocation of the labour force.
The early 80’s signaled the end of the constant migration of young Italian and Portuguese men to South African shores, a force which had contributed to the continuity and development of Powerlines. A positive European market had this effect and the possibilities of good work at home effectively terminated migration.
Powerlines though still continued to play a very important role in the region, contributing positively to Botswana’s infrastructure with the 245kV line from Selebi Pikwe to Orapa, 270km in length and allowing the effective utilization of their mineral riches.
But the most important feature of this period must be the construction of the first 765kV line, commonly known as the ‘800’. Work on the 800 began in 1983 and was completed in 1985, running from the thermal power plant Tutuka, nearby Standerton, to the sub station at Dealesville, 50km from Bloemfontein.
This 450km line employed hundreds of technicians and labourers, it was the first of its kind in the Southern Hemisphere and to this day the apple in Powerlines eyes and of its client Eskom.
Head office moved from Braamfontein to Sandton in 1986.
1987 saw Powerlines bought out by ABB, thus becoming part of a multinational giant in the sector of electrification, a company which in years to come would buy up many of the S.A.E. subsidiaries spread throughout the globe.
The offices in Wierda road Sandton were sold and ABB Powerlines was transferred and amalgamated with other ABB operations in their offices in Sunninghill were it remains to this day.
1991-2000
This era brought important socio-political changes to South Africa culminating in the first free elections for all its people in 1994.
The years preceding this event were terribly unstable and the political climate uncertain, to the point that the idea of a civil conflict was not far removed from the minds of the citizens of the country. Fortunately the electoral process went ahead with no real incident.
Despite the uncertainty, Powerlines invested 14 million Rand in the building of a new Zinc plating plant which was inaugurated in 1994 and to this day it remains a model to the industry in the southern hemisphere. This is due to modern technological systems of filtration of acids and powders, a true gem in the environmentally friendly approach to industry.
Post the 1994 elections, the changing of the guard in the halls of power caused the delaying of certain contracts and the inevitable cancellation of others in favour of other companies. This obviously had a negative impact on Powerlines business and drastic downscaling of personnel was necessary in 1998.
Still, even through this difficult period, Powerlines completed the 400kV line Aries-Border and the Namibia Interconnector, a total of 665km of lines connecting Windhoek to the sub-station Aries in South Africa.
2001-2006
The new millennium finds Powerlines struggling in a stagnating local economy, but thankfully the weakness of the Rand permits the company to remain competitive in the global market and it survives thanks to large tenders being successful in Nigeria, Mexico to name but a few.
From the 2003 the local currency recovers to the point were it becomes difficult to remain in line with international prices but again the timing is fortunate for Powerlines. Eskom, which has always been the most important client, begins to build new high voltage lines again, and this time giving preference to locally based companies.
In this period, Powerlines remained as one of the more important companies in the sector, winning notable tenders for various projects involving the construction of lines, incrementing its turnover year after year.
Most recently, Powerlines completed the 110kV line of Gurue-Quamba-Lichinga, 200km worth of line, the 300km 220kV line in Botswana was completed at the end of 2006. The foundation work for a 400kV line from Mossel Bay to Proteus has been laid and other projects are in the pipeline.
EPILOGUE, REFLECTIONS AND CONCLUSIONS
Over the years Powerlines has been a point of reference for the high voltage line industry but even more importantly a safe harbour for many workers, offering the possibility of a better life for themselves and their families.
In many instances the company has been the starting point for countless employees which became self employed entrepreneurs, involved in every facet of business. From finance, to construction, to economists, to the tourism industry, Powerlines was were it all started for many.
The industrial development of South Africa and its neighbours owes a great amount to Powerlines, for they brought what was necessary for this development, electricity. With nearly 50 000km of lines constructed, electrification of hundreds of kilometers of railway tracts, countless television towers erected and the tons of components manufactured for the mining and automotive industry, Powerlines can rightfully claim to be one of the great protagonists of the development of the economic powerhouse on the continent that is modern day South Africa.
Even though over the years the name may have changed, from Powerlines to Feralin to Metalco, back to Feralin to ABB and most recently Babcock, in the hearts and minds of the people it will always be Powerlines.
While the data may not be exact, a conservative estimate puts the number of people which spent time at Powerlines at 37 000. Some for a week and some an entire career and it is to these people and their descendants that we dedicate this story.