Grandi Manufacturing: Marco e Manuela sulle orme del padre Giorgio al timone di un’azienda di prestigio
Marco e Manuela
La Grandi Manufacturing è una di quelle aziende che tengono alta la bandiera del lavoro italiano nel mondo, restando erede e portatrice del coraggio, del senso di dedizione, dell’instancabile tenacia di quei giganti del lavoro che sono stati i pionieri delle nostre comunità, uomini che hanno dato un contributo grandioso al progresso del Sud Africa e di tanti altri paesi in tutti i continenti. Un successo che molte volte ha avuto il suo segreto nel far sembrare facili cose molto difficili.
"Le difficoltà sono un incentivo, non un deterrente – ci dice infatti Marco Grandi nel suo ufficio al piano sopraelevato dell’azienda di famiglia a Paarden Eiland -. Più i lavori sono difficili e più siamo stimolati a dimostrare di essere in grado di farli a regola d’arte".
È un linguaggio d’altri tempi, quasi fuori moda, di quando gli imprenditori e l’azienda erano praticamente una cosa sola e la fierezza di essere “la ditta” e di appartenere a quella che era l’élite dell’imprenditoria italiana si rispecchiava nella scelta di battere la concorrenza sul piano della qualità e della fiducia da parte dei clienti. Un linguaggio che alla Grandi Manufacturing si parla quotidianamente e che si traduce in commesse e ordinativi di grande prestigio e in un livello di fiducia da parte della clientela da arrivare a contratti offerti e accettati con la formula della carta bianca.
"Il cliente ci dice quello che vuole e noi glielo facciamo. Lui sa che la qualità sarà altissima e il prezzo giusto", aggiungono quasi all’unisono Marco e Manuela Grandi, responsabili rispettivamente della direzione tecnica e di quella amministrativa dell’azienda che hanno ereditato dal padre, Giorgio Grandi, prematuramente scomparso nel marzo del 1999, quando aveva soltanto 67 anni.
La storia di questa azienda coincide con quella di Giorgio Grandi, anche se i capitoli più recenti sono stati scritti dai suoi figlioli, i quali sono tuttavia i primi ad ammettere di essere, insieme, una specie di prolungamento nel tempo della personalità e delle inesauribili energie del padre. “Io ho ereditato l’amore per l’ordine e la precisione e mi occupo di tutti gli aspetti della contabilità e dell’amministrazione – dice Manuela – mentre Marco ha il suo stesso talento naturale in tutto ciò che ha a che fare con la tecnica, la meccanica e la professionalità ed è lui a prendere le decisioni in questo campo”. Il senso artistico e l’amore per il bello sono invece tratti caratteristici che entrambi hanno ereditato dalla mamma, Dolores, che ha perseguito autonomamente e con successo la carriera di disegnatrice di moda.
Giorgio Grandi nasce milanese nell’ottobre del 1931. Sono anni difficili, a cavallo fra le due guerre mondiali, in un’Italia prostrata dalla depressione economica mondiale e sconvolta da conflitti politici e sindacali che preparano le grandi tragedie del decennio successivo. I nati in quel periodo non avevano il tempo di essere bambini, di crescere fra i banchi di scuola, di fare i capricci per la merendina preferita o di pretendere la cartella scolastica griffata. Un foglio di carta, che qualifica Grandi Giorgio come l’operaio numero 34, ci dice infatti che la data di assunzione è il 16 ottobre 1945 e Giorgio compirà 14 anni soltanto tre giorni più tardi. Lo assume la Compagnia Generale di Elettricità, per la quale lavorerà, dice lo stesso pezzo di carta, fino al 17 ottobre del 1955. Il foglio è quello sul quale è calcolata la sua liquidazione alla cessazione del rapporto di lavoro. La favolosa somma di 133.709 lire. Un altro foglio ci dice che dall’ottobre del 1948 la qualifica di Grandi era quella di “aiuto attrezzista”.
L’esperienza maturata gli basta, i guadagni no. Così Giorgio decide di emigrare e il primo contratto estero lo porta in Svezia, che gli lascia il ricordo di gelidi inverni, come scrive il suo amico giornalista Alberto Ballarin. Il secondo tentativo è quello fortunato. Questa volta il contratto lo porta in Sud Africa, dove la Press Spinning & Stamping di Paarden Eiland lo assume come “toolmaker” (attrezzista) e gli affida la direzione della “tool room”. Due anni e nuova mossa, in direzione della Hesper Engineering, ma questa volta senza muoversi dalla periferia di Città del Capo. Altri sette anni e Giorgio Grandi si sente pronto per il grande passo. Detto e fatto, nasce la Grandi & Garbaccio, con un socio che però ben presto si ritira, lasciando a Giorgio soltanto il suo nome nella ragione sociale della ditta. Poi, nel 1966, nasce la Grandi Engineering, che nel 1988 cambia di nuovo nome, diventando la Grandi Manufacturing di oggi, nella quale, per uno di quegli strani intrecci che a volte il destino si diverte a tessere con le vite degli uomini, lavora il figlio del titolare di allora della Press Spinning, mentre il nipote, Andrew Fieggen, è diventato parte della famiglia sposando Manuela Grandi.
Nessun lavoro è troppo grande o troppo piccolo, troppo facile o troppo difficile. Giorgio Grandi ha una sola regola fondamentale: la qualità. Ben presto chiunque in Sud Africa abbia bisogno di un lavoro in ferro o comunque in metallo particolarmente curato e rifinito sa che la Grandi Manufacturing è in grado di farlo. E la tradizione sopravvive a colui che l’ha cominciata e imposta. Non v’è progetto di prestigio nella zona del Capo che non abbia lavori in ferro firmati dalla Grandi Manufacturing, da Century City a Robben Island, da Cavendish Square al nuovo Aeroporto Internazionale di Cape Town, ad alcune fra le più lussuose residenze milionarie dei quartieri più prestigiosi della città.
Un progetto recente, la nuova sede della Mercedes a Century City, davanti a Canal Walk, ha comportato un fatturato di alcuni milioni di rand in circa dieci mesi di lavoro. Poi sono arrivati anche i contratti per l’albergo “One and Only”, uno dei più lussuosi e costosi del mondo, al Waterfront di Città del Capo, e infine anche quelli per lavori al nuovo aeroporto di Cape Town, dove i Grandi prevedono di portare a termine l’importante contratto entro la fine di ottobre 2009. E nel frattempo, alla luce proprio di queste affermazioni a catena, Marco Grandi è stato fra i candidati al titolo di “Young Upcoming Entrepreneur of the Year” 2007, nel concorso annuale con cui la Camera di commercio italo-sudafricana premia gli imprenditori che si sono particolarmente distinti e celebra l’orgoglio imprenditoriale italiano nella Nazione Arcobaleno.
Il segreto di un successo che dura ormai da più di cinquant’anni e che ha superato senza traumi anche il trapasso generazionale? “La flessibilità di una boutique del ferro e la capacità di risolvere i problemi che si presentano nel realizzare i progetti come il cliente li ha immaginati – dice Marco Grandi -. Quello che loro sono capaci di pensare noi siamo in grado di fare. E certe volte anche qualcosa di più”. Lavorare i metalli, dal ferro al bronzo, dall’ottone al rame, più che un mestiere, è una vocazione.
Un successo al quale contribuiscono, ciascuno nel proprio ruolo, tutti i tecnici e operai che lavorano per la Grandi Manufacturing, dallo zio e socio Antonio Grandi, già collaboratore del fratello Giorgio, al nuovo socio Lester Williams, assunto dieci anni fa in amministrazione, al quale l’ambiente favorevole creato da Manuela e Marco ha dato la possibilità di progredire fino a diventare Production Manager e azionista. Una crescita che lo inorgoglisce, ma che soprattutto soddisfa il forte senso di giustizia sociale e il generoso impegno comunitario dei Grandi, i quali non nascondono il fatto di essere fieri di potersi vantare di essere più che in regola con le leggi del paese che favoriscono la crescita economica delle categorie svantaggiate e che misurano appunto quanto le aziende rispettino i “Codes of Good Practice” che mirano a combattere le ingiustizie sociali del passato. In questa classifica che potremmo chiamare “dell’imprenditorialità illuminata” la Grandi Manufacturing si colloca al primo livello, il più alto, con un punteggio complessivo del 102 per cento e con parziali che raggiungono e superano il massimo in quasi tutte le categorie, dal Management all’Employment Equity, dallo Skills Development al Procurement, dall’Enterprise Development al Socio-Economic Development.
Quanto a Marco, il suo approdo alla Grandi Manufacturing non è mai stato in discussione. Appena conseguita la maturità, a 18 anni, nel 1991, ha preso il suo posto al fianco del padre. La sorella Manuela, laureata in lingue e amministrazione, aveva invece cominciato una carriera in un’altra direzione, ma ben presto il padre era riuscito a dissuaderla, dicendole: “Il tuo posto è qui con me”. Insieme al padre e poi da soli, i due giovani sono stati negli ultimi dodici anni gli artefici di un’evoluzione che, interpretando correttamente le tendenze congiunturali e anticipando le crisi di adattamento, ha messo la Grandi Manufaturing in grado di fare fronte alle mutazioni di un mercato nel quale sono costretti, come tutte le aziende tradizionali, a fare i conti con le forze nuove che si affacciano sulle scene mondiali. Il risultato è che, anche nell’attuale congiuntura negativa che sta mettendo in ginocchio le più grandi economie del mondo e costringendo alla liquidazione aziende storiche un tempo potentissime, la Grandi Manufacturing, pur avendo avuto come tutti momenti di sofferenza, sia pure trascurabili, sta già emergendo dalla prova del fuoco più forte e combattiva che mai. Unicamente nel momento peggiore della crisi, infatti, Manuela e Marco si sono visti costretti a non rinnovare ad alcuni operai i contratti a termine che erano scaduti, ma soltanto per richiamarli in servizio nel giro di poche settimane, insieme ad altri disoccupati che adesso possono guardare con fiducia al proprio futuro.
La forza della Grandi Manufacturing sta nella sua capacità di interpretare il bisogno di esclusività che caratterizza la clientela più esigente. “Noi rifuggiamo come la peste i prodotti di serie – commentano fratello e sorella –, per dedicarci alla realizzazione di progetti esclusivi, basati sulla qualità e sull’originalità. Architetti e ingegneri ormai sanno che con noi possono sciogliere la loro fantasia e avventurarsi in creazioni uniche. I centri commerciali d’avanguardia, gli alberghi di lusso, i grandi aeroporti, le sedi di prestigio di grandi ditte e le residenze dei milionari per noi è come se fossero le cattedrali del XXI secolo”.
E mentre loro sono la Grandi Manufaturing di oggi, Manuela e Marco già preparano le basi di quella di domani. Manuela ha infatti due bambini, Giorgio di 7 anni e Milena di 6, mentre Marco, sposato da meno tempo, ha tuttavia pareggiato i conti in fretta con Alessia, di 3 anni, e Giulio, di appena un mese. Quest’azienda, nata a cresciuta nella tradizione e nella serietà di un lavoratore milanese, si proietta verso il futuro sulle ali della fantasia innovativa di due giovani che hanno ereditato dal padre le migliori qualità di una razza imprenditoriale che ha fatto grande l’Italia e ha arricchito tutti i paesi verso i quali la necessità di emigrare ha diretto i passi di tanti italiani.
Ciro Migliore