Jas: un colosso italiano nel mondo degli spedizionieri e un uomo che si innamorò a prima vista di Cape Town
Giuseppe Arnoldi
La globalizzazione dell’economia, ci avete fatto caso, ci deruba ogni giorno della soddisfazione che ci davano un tempo nomi come Alfa Romeo, Lamborghini, ma anche soltanto Bertolli o Perugina, nei quali ci si poteva riconoscere, in quanto italiani, sia pur lontani dalla madrepatria. Erano, a modo loro, belle soddisfazioni per chi l’Italia la viveva soltanto di riflesso. Adesso non è più la stessa cosa. Bisogna essere molto bene informati per sapere che certe marche apparentemente straniere, come Replay, Diesel, per restare a cose di tutti i giorni, sono in effetti italiane. A me la sigla Jas, che vedevo quasi quotidianamente sul frontespizio di un bel fabbricato in Koeberg Road, appena fuori Cape Town, faceva venire in mente la Scandinavia, non so perché. E se mi capitava di associarla all’Italia era soltanto per il fatto che mi ricordava un bravo giornalista della Rai, dalla testa pelata, che però da tantissimo tempo non vedo più sul piccolo schermo. Fino a quando non è nata la Camera di Commercio Italo-Sudafricana del N.E.W. Cape e la sigla Jas è comparsa nella lista dei soci fondatori, associata a quel personaggio simpatico, energico e generoso che risponde al nome di Giuseppe Arnoldi. “Un altro italiano – mi venne da pensare – che si è affermato in un’azienda straniera”.
E invece un bel giorno decidi di approfondire la conoscenza e per prima cosa scopri che, dietro la sigla apparentemente aliena e dietro le parole che la compongono – Jet Air Services – si nasconde una di quelle straordinarie realtà che hanno fatto prima l’Italia del miracolo economico degli anni cinquanta e sessanta e poi l’Italia del G8. Sì perché il pedigree della Jas è così italiano che di più non si può, anche se da un paio di mesi la sede ufficiale dell’azienda – proprio in omaggio alla globalizzazione – è stata trasferita da Milano ad Atlanta, negli Stati Uniti, dove sono più a portata di mano le condizioni necessarie per l’ulteriore crescita di quello che è già un colosso mondiale fra gli spedizionieri.
Tre posizioni di classifica dovrebbero bastare a dare un’idea delle sue dimensioni. La Jas è al ventitreesimo posto nel mondo, al settimo in Europa e al primo in Italia. Per tenere e migliorare queste posizioni conta su 2.265 dipendenti in 152 uffici sparsi in 76 paesi, uno dei quali è il Sud Africa. Qui la Jas è presente alla grande, con uffici a Johannesburg (Head Office), Durban, Port Elizabeth e naturalmente Cape Town. Il Direttore Generale in Sud Africa e' il signor Eliseo Ceresa, che dirige le operazioni sudafricane dell’azienda. E nella nostra città la Jas è Giuseppe Arnoldi, legato al Capo da un amore a prima vista che non è mai venuto meno, che dura ormai da 17 anni ed è pienamente condiviso dalla moglie Loretta, sposata nel 1985, e dai figli Luca e Marco, di 9 e 12 anni, entrambi nati in Sud Africa ed entrambi marzolini, ai quali da qui auguriamo un buon compleanno. Arnoldi è il direttore nazionale della compagnia e la rappresenta anche nel direttivo della Camera di Commercio Italo-Sudafricana delle province del Capo (N.E.W. Cape).
Giuseppe Arnoldi è un bergamasco doc, di quelli che all’Italia hanno dato due categorie di individui, gli alpini e i missionari, i quali nascono con due qualità che per loro sono scontate ma che sicuramente non si comprano al mercato: il senso del dovere e il coraggio, che poi si accompagnano alla lealtà, alla franchezza, al rispetto dell’amicizia e alla voglia di lavorare. Nella mia storia personale due bergamaschi che hanno lasciato il segno sono stati lo scultore Edoardo Villa e il costruttore Ernesto Colombo, nonché, in un passato più lontano e in una terra africana che non è questa, l’amico e collega Enrico Mania, approdato recentemente, dopo una lunga carriera da giornalista, sulla spiaggia dell’isola dei sogni di tutti gli italiani, nella quale abitano gli scrittori.
In Sud Africa l’amico Arnoldi arrivò a 31 anni, con un bagaglio ricco di esperienze maturate fin da giovanissimo in varie aziende del settore. Due anni alla Intertransport di Bergamo, due alla Schenker italiana di Milano e sei nel Gruppo Jas a Milano. Pressoché inutile il diploma di Hotel Management che si era guadagnato a scuola, ma che comunque lo aveva preparato a gestire molte delle operazioni di cui sarebbe divenuto gradualmente responsabile.
Il trasferimento al Capo non era avvenuto per caso, ma era una conseguenza di quell’amore a prima vista al quale abbiamo già accennato. Arnoldi, infatti, era già stato una settimana a Città del Capo, per motivi di lavoro, e si era ripromesso di farvi ritorno appena possibile. Fanno così quasi tutti i turisti che transitano per questa favolosa città, ma poi tornano a casa e ripongono quel proposito nel cassetto dei sogni irrealizzabili. Arnoldi, invece, doveva essersi preso una bella dose di Mal d’Africa ed era ben fermo nel suo proposito di tornare da queste parti. Fu così che nel 1989, potendo scegliere di trasferirsi all'estero, non ebbe esitazioni a scegliere il Sud Africa.
L’incarico prevedeva un soggiorno di un mese a Johannesburg per familiarizzare con il nuovo ambiente di lavoro e quindi il trasferimento a Cape Town per creare da zero una nuova filiale. E in principio erano in due: Giuseppe Arnoldi e una segretaria. Diciassette anni dopo la Jas Cape Town è annoverata fra i primissimi spedizionieri del paese e Arnoldi governa una piccola tribù di 55 collaboratori.
Era arrivato con un compito preciso e un impegno verbale a restare per quattro o cinque anni ed è ancora qui, senza alcuna intenzione di andarsene. Nel 2005 l’azienda ha tentato di premiarlo affidandogli la filiale di Bergamo e dandogli quindi la possibilità di tornare a casa, ma Arnoldi ha declinato l’offerta. La sua decisione è stata felice per Città del Capo, che conserva un dirigente d’azienda ricco di grandi capacità professionali e di una profonda e generosa umanità.
Fondata nel 1978 a Milano da Biagio Bruni, che ne è ancora il presidente, la Jet Air Service è rapidamente cresciuta sulla scena internazionale, pur restando essenzialmente una di quelle gloriose aziende familiari che sono state le vere protagoniste della scalata italiana ai vertici mondiali della ricchezza e della produttività, attraverso la genialità imprenditoriale. Oggi è un colosso mondiale del trasporto aereo e marittimo, la cui nuova sede si trova dal principio di quest’anno ad Atlanta, negli Stati Uniti, perché l’obiettivo più ambizioso dei prossimi quattro anni è quello di vedere il nome Jas nel listino della Borsa di New York. Il tutto per stimolare un’ulteriore crescita nell’espansione continua del mercato globale.
L’obiettivo basilare della Jas, fin dalle origini, è stato il segreto del suo successo: recapitare i prodotti del cliente senza danni e nei tempi desiderati. Le aziende del Gruppo spostano di tutto da un angolo all’altro del mondo: prodotti di consumo e motori d’aeroplano, prodotti farmaceutici, vestiario e macchine utensili, il telefonino che adoperiamo ogni momento, il tappeto persiano del salotto buono e il computer sul quale sto scrivendo.
Nelle parole del presidente Biagio Bruni: “Ogni anno riceviamo una classificazione più alta, il che dimostra che stiamo dando al mercato quello che si aspetta da noi: un servizio eccellente al prezzo giusto”. E nessun cliente è troppo piccolo o troppo grande da non potersi aspettare questo trattamento. Di questa filosofia Giuseppe Arnoldi è sempre stato un fedele interprete.